C'è un vantaggio inaspettato nell'avere la dislessia, per un nuovo studio
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In un recente articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, gli autori spiegano che la dislessia viene quasi sempre trattata come un disturbo neurobiologico e un deficit. Gli scienziati non mettono in dubbio le difficoltà dei possessori del disturbo, ma hanno deciso di guardarlo da un'altra chiave di lettura.
Il recente lavoro ha ripreso gli studi del neurologo Norman Geshwind, che negli anni '80, dopo aver raccolto molte prove, ha scoperto che le persone con diagnosi di dislessia evolutiva tendono a classificarsi molto con abilità utili per l'arte, l'architettura e l'ingegneria. La dottoressa Helen Taylor e il dottor Martin Vestergaard dell'Università di Cambridge affermano che la dislessia evolutiva possa essere così comune perché ha fornito diversi vantaggi ai nostri antenati. "La visione incentrata sul deficit della dislessia non racconta l'intera storia", ha affermato Taylor in una dichiarazione.
Per capire la diffusione della dislessia, bisogna fare un piccolo passo indietro nel tempo. Qualche migliaio di anni fa ogni tribù aveva bisogno di un esploratore, il che rendeva molto significativa l'associazione tra dislessia evolutiva e strategie di ricerca esplorativa. Secondo la teoria della cognizione complementare, la presenza di persone dislessiche migliorava le prospettive di coloro che li circondano.
La diversità neurobiologica era la vera superpotenza dell'umanità, in particolare durante i periodi di cambiamento (ad esempio Elon Musk e Greta Thunberg hanno l'aspenger). "Trovare l'equilibrio tra l'esplorazione di nuove opportunità e lo sfruttamento dei vantaggi di una scelta particolare è la chiave per l'adattamento e la sopravvivenza e sostiene molte delle decisioni che prendiamo nella nostra vita quotidiana", continua Taylor.
Ovviamente non tutti i tratti utili ai nostri antenati nel Paleolitico sono così importanti al giorno d'oggi, ma gli scienziati dello studio pensano che la dislessia evolutiva potesse avere più spazio se le nostre istituzioni fossero meno rigide. “Le scuole, gli istituti accademici e i luoghi di lavoro non sono progettati per sfruttare al meglio l'apprendimento esplorativo. Abbiamo urgente bisogno di iniziare a coltivare questo modo di pensare per consentire all'umanità di continuare ad adattarsi e risolvere le sfide chiave", afferma infine l'esperta.
Una chiave di lettura sicuramente unica, voi che ne pensate? Sono tante le personalità famose del passato che avevano disturbi simili, come Leonardo da Vinci.
FONTE: iflscience
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