Ecco come la CIA spiava gli iPhone ed i MacBook

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Una nuova serie di documenti pubblicati su Wikileaks nella giornata di ieri hanno svelato che per anni la CIA avrebbe sviluppato degli strumenti per hackerare i prodotti Apple.

I nuovi documenti, battezzati “Dark Matter” fanno parte dell’operazione Vault 7 iniziata la scorsa settimana, ma si concentrano principalmente sull’ecosistema della Mela, e nella fattispecie su MacBook ed iPhone.
Alcuni di questi documenti sarebbero vecchi più di sette anni, il che vuol dire che probabilmente le falle in questione sono già state corrette da Apple, ma dimostrano ancora una volta come questa operazione fondi le proprie radici nel passato.
La CIA avrebbe utilizzato un tool, chiamato “Sonic Screwdriver” per infettare i MacBook attraverso una porta Thunderbolt USB, ma chiaramente questo richiedeva la presenza fissa del computer. Altri tool riguardavano dei malware che andavano a toccare l’interfaccia firmware del PC, e non erano rilevabili se non attraverso delle tecniche forensi non convenzionali.
L’agenzia sembra però aver trovato terreno poco fertile con le prime versioni degli iPhone, e ciò è dimostrato che solo uno di questi strumenti riguardava lo smartphone. Si tratta di una funzione battezzata “beacon” e progettata per essere installata sui dispositivi interessati già da prima dell’acquisto.
E’ chiaro però che in molti si chiedono quale sia la situazione attuale, dal momento che la CIA potrebbe anche aver sviluppato degli strumenti moderni. Wikileaks ha promesso il rilascio di tutte le vulnerabilità alle aziende in cambio di alcune promesse, ma molte compagnie ancora non hanno risposto.
Apple, nel frattempo, ha negato qualsiasi negoziato con Wikileaks ed ha sottolineato che i prodotti in vendita non sono vulnerabili agli attacchi.