Ecco gli esperimenti condotti da Paolo Nespoli sulla Stazione Spaziale Internazionale
Nella giornata di ieri è tornato sulla Terra l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Italiana, Paolo Nespoli, che è stato in orbita sull'ISS negli ultimi 139 giorni. Nel corso degli ultimi mesi, Nespoli ha condotto una varietà di esperimenti, che continueranno anche sul nostro pianeta a seguito del processo di riabilitazione.
A fare chiarezza su quanto portato avanti dall'astronauta ci ha pensato l'ESA, in un lungo post pubblicato sul proprio blog ufficiale in cui si legge che gli esperimenti condotto nel modulo europeo Columbus della Stazione Spaziale sono stati quattro, e tutti incentrati sulla biologia.
In particolare, ci si è concentrati sull'impatto della microgravità sui muscoli, e su come questi vengono logorati insieme alla retina e le cellule staminali, oltre che sulle possibili contromisure mediche per evitare il processo.
L'ESA sostiene che attraverso l'incubatore Kubik, l'esperimento è risultato relativamente facile da eseguire. Nespoli ha caricato dei campioni di cellule preconfezionate nell'incubatore a temperatura controllata. I campioni sono stati congelati prima del ritorno sulla Terra, per metterli al servizio dei ricercatori.
I quattro esperimenti sono stati condotti per conto dell'Agenzia Spaziale Italiana, allo scopo di capire come prevenire la morte cellulare. Le malattie, infatti, si verificano quando le nostre cellule non possono più far fronte con le tossine alle sollecitazioni per sconfiggerle.
I ricercatori stanno studiando le cellule muscolari in due modi. Al ritorno sulla Terra, infatti, Nespoli sarà sottoposto ad una biopsia ai muscoli delle gambe, per confrontarli con un campione preflight già in laboratorio.
Per quanto riguarda le cellule della retina, sono state trattate con il coenzima Q10, per capire se il composto è in grado di contrastare gli effetti della radiazione e della microgravità.
Le cellule staminali, invece, serviranno a capire come contrastare la perdita ossea provocata dalla stessa microgravità.
L'ultimo esperimento invece si è focalizzato su come le nanoparticelle, che hanno proprietà antiossidanti, potrebbero aiutare le cellule a gestire l'eccesso di ossidazione che si verifica quando sono sollecitate.
Si tratta di tutti esperimenti volti a favorire lo sviluppo di farmaci per migliorare la qualità di vita sullo spazio.
FONTE: ESA
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