Ecco il robot subacqueo che ha recuperato dei tesori del 17esimo secolo

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Un gruppo di archeologi subacquei ha esplorato i resti sommersi del tesoro di Re Luigi XIV, ma nel loro equipaggio era presente un membro molto speciale. Si trattava di OceanOne, un robot umanoide sviluppato a Stamford che include una “visione umana, feedback tattile ed un cervello artificiale”.

Questo ha aiutato gli archeologi a recuperare i tesori del diciassettesimo scolo dal fondo del mediterraneo. Il robot è stato originariamente costruito per lo studio delle barriere coralline del Mar Rosso, dove è necessario un tocco delicato, ma le sue capacità hanno permesso ai ricercatori di utilizzarlo anche per altri scopi.
La coda contiene delle batterie, un computer ed otto propulsori, ma è la metà anteriore che ricorda il viso di un umano dal momento che include due occhi con visione stereoscopica e due agili bracci articolati.
Il cervello dei robot lavora con dei sensori tattili in modo tale che le mani non schiaccino gli oggetti fragili, mentre il sistema di navigazione è in grado di mantenere il corpo stabile anche nei mari turbolenti.
La sua agilità permetterà ad OceanOne di rivelarsi utile anche in ambienti sottomarini pericolosi come il sito di Fukushima Daichi.