Emersa la pratica delle deformazioni craniche artificiali nelle popolazioni antiche

Emersa la pratica delle deformazioni craniche artificiali nelle popolazioni antiche
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Il 21 Agosto 2019 è stato pubblicato, sulla rivista scientifica PLOS ONE, un interessante studio, effettuato da Ron Pinhasi, Università di Vienna, e Mario Novak, Istituto per la ricerca antropologica di Zagabria, Croazia, sulle deformazioni craniche artificiali.

Dai loro studi è emerso che gli abitanti della Croazia del 5° e 6° secolo d.C. potrebbero essere stati avvezzi a modifiche craniche artificiali con lo scopo di indicare il proprio status sociale ed affiliazioni culturali.

Il materiale di studio proviene dal sito archeologico di Hermanov vinograd a Osijek, Croazia, noto fin dall’800, in cui sono stati ritrovati scheletri dell’epoca in questione che coincide con le grandi migrazioni e intensi scambi tra le popolazioni europee.

La particolarità sono taluni crani che hanno mostrato subito delle evidenti deformazioni craniche artificiali (ACD) effettuate fin dalla tenera età: in particolare, un teschio era allungato obliquamente, un'altro compresso e innalzato.

Le successive analisi genetiche, isotopiche e scheletriche dei corpi hanno confermato si trattasse di maschi di età compresa tra i 12 e i 16 anni, entrambi malnutriti.

E’ interessante come i due corpi, dopo le analisi, hanno rivelato avere antenati differenti: uno dei due aveva certamente sangue est-asiatico, l’altro del vicino Oriente, confermando, tra l’altro, proprio l’intenso scambio culturale e migratorio dell’epoca.

Probabilmente la pratica era usata per distinguere i vari gruppi culturali di provenienza ma non è certo se fosse in voga o elitaria, così come non è chiaro se questi individui appartenessero ad Unni, Ostrogoti o altro.

Il dottor Novak sottolinea che l’analisi del DNA nucleare ha permesso solo di associare il cranio non modificato con un ceppo di provenienza euroasiatica occidentale, quello con deformazione obliqua (o meglio, la cosiddetta circolare-eretta) con provenienza dal Vicino Oriente, e il terzo, con il cranio allungato, aveva di certo origini est-asiatiche.

Insomma, c’è ancora molto da scoprire sulle deformazioni craniche artificiali, una pratica antropologica tanto crudele quanto affascinante.