Emirati Arabi, ecco il primo rover arabo che andrà sulla Luna nel 2024

Emirati Arabi, ecco il primo rover arabo che andrà sulla Luna nel 2024
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La corsa allo spazio è iniziata da tempo, ma mai come in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento esponenziale di missioni e progetti aerospaziali. Ultimi, ma non meno importanti, gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di lanciare un loro rover verso la Luna che, stando secondo i piani, potrebbe arrivare sul satellite nel 2024.

La UAESA (United Arab Emirates Space Agency) è un’agenzia sostanzialmente giovanissima - fondata solo nel 2014 - ma che ha già raggiunto diversi, importanti traguardi: in questi sei anni ha già mandato una decina di satelliti in orbita e ha persino lanciato con successo un orbiter su Marte (tutt’ora in viaggio), con il progetto “Mars Hope”, allo scopo di studiare l'atmosfera marziana e il suo clima, come vi abbiamo già raccontato a luglio.

Ora gli emiratini ci vogliono riprovare e vogliono arrivare sulla Luna direttamente con un rover: "Ci sono molti obiettivi scientifici dietro questa missione che ci aiuteranno a capire meglio la Luna", ha detto Adnan AlRais, direttore del reparto di telerilevamento al Centro Spaziale Mohammed Bin Rashid, "ma anche nozioni e scoperte a lungo termine per supportare il nostro obiettivo finale, cioè inviare umani su Marte e costruirvi degli insediamenti permanenti".

Con queste parole AlRais ha voluto anche sottolineare il grande, avveniristico sogno che l’agenzia si è proposta da molto tempo: portare una manipolo di umani preselezionati su Marte e lì farli prosperare, il tutto entro il 2117. Proprio a questo scopo, infatti, nel deserto degli Emirati si sta sviluppando la "Mars Science City”, una vera e propria mini-cittadina capace di replicare sulla Terra l'ipotetica condizione di vita marziana e le misure che l’uomo dovrà adottare per poterci vivere. Per ora, il progetto è ancora in alto mare, ed è stato annunciato nel 2017.

La missione del rover lunare, invece, è molto più concreta e permetterà all’agenzia di fare le cose con un certo criterio, senza rischiare di fare “passi” più lunghi della gamba. Per ora non è stato selezionato ancora un sito di allunaggio, ma è altamente probabile che si focalizzerà nella fascia equatoriale del satellite. Ora bisognerà concentrarsi sulla scelta di quale razzo utilizzare: la UAESA, non avendo una suo “flotta”, affida ad altri lanciatori il compito di portare in orbita i propri carichi e solitamente la scelta ricade sui giapponesi, grazie alla lunga collaborazione che c’è con la JAXA.

"Ha senso andare sulla Luna", ha detto Al Marzooqi, direttore del progetto per la missione lunare. "La luna è più vicina alla Terra rispetto a Marte, quindi ci consentirà di compiere missioni con molta più frequenza”. Il rover, intitolato “Rashid”, trasporterà due fotocamere ad alta risoluzione, una termocamera, una micro-camera ed infine la sonda Langmuir, uno strumento che studierà l’impatto del vento solare sulla regolite lunare.

Fin ad ora solo tre nazioni sono riuscite ad approdare con successo sulla Luna: che gli Emirati Arabi Uniti siano il prossimo paese capace di unirsi ai già affermati USA, China e Russia? Staremo a vedere.

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