Tra eros ed amore eterno: scoperta una rara carrozza matrimoniale con immagini erotiche

Tra eros ed amore eterno: scoperta una rara carrozza matrimoniale con immagini erotiche
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È notizia dell'ultima ora la scoperta, nel parco archeologico di Pompei, di una rara carrozza, forse destinata alle parate nuziali. La sua peculiarità risiede in alcune immagini che vi sono rappresentate. E', infatti, riconoscibile, dalle prime foto pubblicate, la presenza di alcune raffigurazioni erotiche.

Il direttore uscente Massimo Osanna è stato colui ad indicarci, durante un'intervista per l'ANSA, la funzionalità del reperto trovato. Egli stesso ha spiegato all'agenzia che si potrebbe trattare di un "Pilentum", cioè un rudimentale veicolo usato dall'élite romana durante le cerimonie più importanti, come il matrimonio.

Quest'ultimo, in realtà, è stato riportato alla luce qualche giorno fa, presso la villa suburbana di Civita Giuliana, un edificio a circa 700 metri a nord-ovest dalle mura principali dell'antica città di Pompei. Lo stesso luogo, inoltre, dove solo un mese fa vennero ritrovati i corpi intatti di un aristocratico e il suo schiavo, sepolti dalla lava dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

L'ex-direttore Osanna ha dichiarato: "Non abbiamo mai trovato un oggetto del genere in Italia. Il confronto si può fare unicamente con una serie di carri ritrovati quindici anni fa in una tomba della Tracia, nella Grecia settentrionale al confine con la Bulgaria".

In particolare, quest'ultimo veicolo sembrerebbe assomigliare molto a quello trovato a Pompei, seppur non sia decorato. Per questo il nuovo direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel, insieme ad Osanna stesso, cercherà di avviare uno studio comparato, nei prossimi mesi, con un team d'esperti greco.

Il carro scoperto a Civita Giuliana presenta dei raffinati decori in metallo, oltre al poter ancora identificare delle tracce di pittura in rosso e delle particolari raffigurazioni a stampo erotico, le quali stanno facendo molto parlare di sé nelle ultime ore.

All'idea che il pilentum fosse stato usato per trasportare una giovane coppia di novelli sposini si affianca la teoria che vede le immagini presenti destinate a celebrare il culto di Cerere e Venere. La prima era un'antichissima divinità italica, protettrice della vegetazione e i campi coltivati (l'omologa della dea greca Demetra, madre di Persefone); la seconda, invece, era la dea dell'eros e della bellezza, oltre ad essere considerata come protettrice dei matrimoni legittimi (l'omologa della dea greca Afrodite, madre di Eros/Cupido).

Il mistero sui proprietari di Civita Giuliana, quindi, si riapre e si spera che questo carro possa essere un altro tassello prezioso per rintracciare la loro storia. Sfortunatamente, però, quest'intenzione viene, anno dopo anno, minacciata dai cosiddetti "tombaroli", dei depredatori di tesori che hanno preso di mira proprio le ville più isolate dell'antica città di Pompei.

Proprio per questo problema, è probabile che gli archeologi non troveranno mai il secondo pilentum, presente, in precedenza, sempre nella stessa area.

Ad ogni modo, oggi è giusto celebrare l'ennesimo grande passo compiuto dalla ricerca italiana, e non, per riportare alla luce un pezzo passato ed importante della storia romana. E' proprio riprendendo le parole del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che vi lasciamo con una nota di speranza: "Pompei continua a stupire con le sue scoperte e così sarà per molti anni e con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può valorizzare; si possono attrarre turisti da tutto il mondo e, contemporaneamente, si può fare ricerca, formazione e studi".

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