L'esclusione dai tag sui social network può causare dolore psicologico

L'esclusione dai tag sui social network può causare dolore psicologico
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Il legame tra social network e psicologia si fa sempre più intenso, complice la loro maggiore diffusione e i notevoli tempi di utilizzo specialmente da parte dei più giovani. Se la discriminazione online può portare a una depressione accentuata, il mancato coinvolgimento delle persone su Facebook e Twitter può causare ulteriore disagio.

A dimostrarlo è una nuova ricerca condotta presso l'Università di Basilea in Svizzera da un team del dipartimento di psicologia guidato dalla dottoranda Christiane Büttner. Come da lei spiegato, l’esclusione da tag e altre attività sui social network come Instagram, Facebook o Twitter potrebbe comportare una crescente sensazione di isolamento dal sempre più coinvolgente mondo digitale, con tutto ciò che ne consegue.

La serie di studi condotta dai ricercatori ha riguardato poco più di 1.100 utenti in più analisi differenti: una di esse ha visto la registrazione delle loro reazioni alla scoperta di non essere state taggate nei post di Instagram di un amico, o anche all’utilizzo del fotoritocco per escluderli da una immagine. In tale contesto, diversi intervistati hanno affermato che questi gesti li hanno fatti sentire esclusi, feriti e addirittura “inutili”. Un altro studio ha visto, invece, la condivisione dei propri sentimenti su un contesto sociale di esclusione, sia di persona che online, confermando nuovamente la sensazione negativa e un impatto psicologico da non sottovalutare.

O ancora, a 220 partecipanti è stato chiesto di discutere in merito all’eventuale esclusione da parte di un gruppo di lavoro per il quale essi avrebbero speso tempo e risorse, trovandosi quindi non considerati nei testi finali di ringraziamento e premiazione. Il risultato è sempre stato il medesimo: la mancanza di tag e la poca considerazione verso la persona esclusa causerebbero in quest’ultima dolore psicologico notevole, dovuto dall’insoddisfazione del bisogno di appartenenza.

Christiane Büttner ha affermato che potrebbero essere necessarie delle modifiche al design dei social per ridurre al minimo il rischio di insulti involontari o problemi di questo genere. Altrimenti, basterebbe una maggiore attenzione da parte degli utenti per rendere i post più inclusivi e non ferire i sentimenti altrui.

Uno studio condotto lo scorso agosto, invece, ha rivelato come il tasto “Mi Piace” renda gli utenti più indignati.