La più grande estinzione mai avvenuta può aiutarci a risolvere la crisi ecologica globale?

La più grande estinzione mai avvenuta può aiutarci a risolvere la crisi ecologica globale?
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Nel corso della storia del nostro pianeta si sono verificate diverse estinzioni di massa, che hanno decretato la fine di un’infinità di specie e il conseguente rimodellamento ecologico e biologico degli ecosistemi. Il più tragico di questi eventi è noto come estinzione del Permiano, la più grande estinzione di massa mai avvenuta sulla Terra.

L’evento cataclismatico ebbe luogo 252 milioni di anni fa e sterminò una moltitudine di specie animali, sia marine che terrestri, e vegetali. Una ricerca odierna ha ipotizzato che anche i corsi d’acqua dolce, come laghi e fiumi, furono implicati nei processi che portarono all'aumento della tossicità delle acque.

Lo studio, guidato da Tracy Frank e Chris Fielding, ricercatori dell'Università del Connecticut, ha riscontrato una possibile spiegazione, associabile al devastante evento di estinzione. La causa, avvenuta durante gli eventi di innalzamento termico, sarebbe la proliferazione di specie microbiche, responsabili dell’intossicazione delle acque.

Analizzando reperti fossili nell’area di Sydney, in Australia, gli scienziati hanno verificato che i fenomeni di proliferazione fecero la loro comparsa subito dopo l’intensa attività vulcanica del Permiano. Quest’ultima, costituita da intensi fenomeni cataclismatici di immissione di gas nocivi nell’atmosfera, ha decimato le popolazioni animali che tenevano sotto controllo i microrganismi. In tal modo le specie microbiche hanno cominciato a proliferare eccessivamente, moltiplicando il loro numero. L'azione dei microorganismi ha intossicato gli ecosistemi terrestri, impedendo alle specie animali e vegetali di recuperare per svariati milioni di anni.

I ricercatori, inoltre, fanno notare che la caratteristica proliferazione del periodo ha avuto una tale portata per la compresenza di fattori determinanti nello sviluppo incontrollato: emissioni di gas serra, sviluppo di alte temperature (ambedue indotte dalle eruzioni vulcaniche, le quali potrebbero spiegare anche da dove viene l'ossigeno che respiriamo) e l'abbondanza di sostanze nutritive. Sembra che, soprattutto l’ultimo fattore, abbia fornito la chiave di volta per lo sviluppo, poiché le specie vegetali, riversandosi nei fiumi, hanno fornito le sostanze nutritive necessarie ai microorganismi per proliferare in maniera incontrollata.

Puntando i riflettori sulle evidenti similitudini con la situazione contemporanea, dovuta al riscaldamento globale, Frank ha dichiarato "Stiamo assistendo a fioriture sempre più tossiche di alghe nei laghi e in ambienti marini poco profondi che sono legate all'aumento della temperatura e ai cambiamenti nelle comunità vegetali che stanno portando ad un aumento dei contributi di nutrienti agli ambienti di acqua dolce" e continuando "Il vulcanismo era una fonte di CO2 in passato, ma sappiamo che il tasso di immissione di CO2 che è stato visto allora era simile al tasso di aumento di CO2 che vediamo oggi a causa di effetti antropici”.

In aggiunta all’innalzamento delle temperature, l’odierno afflusso di sostanze nutritive, prodotte dall’inquinamento idrico, sta portando ad un aumento delle proliferazioni microbiche tossiche, che causano morie di specie ittiche e terrestri e danni sia ecologici che economici(uno degli esempi più lampanti è rappresentato dalle tonnellate di pesci morti riversate in un villaggio libanese).

"La fine del Permiano è uno dei posti migliori per cercare parallelismi con ciò che sta accadendo ora" conclude Fielding.