Estratto del materiale genetico da insetti intrappolati nella resina
Uno studio si è prefissato l’obiettivo di estrarre del DNA da alcuni insetti che sono rimasti intrappolati all'interno di un pezzetto di resina recuperato in Madagascar.
Quello di recuperare frammenti di DNA dalle creature rimaste intrappolate al loro interno è stato elemento di grande ispirazione per la realizzazione di famosi film che sono rimasti nel cuore di tutti noi. Tuttavia, passare dai film, dalla finzione alla realtà è tutto un altro paio di maniche. Ed ecco che un gruppo di scienziati dell’Università di Geoscienze e Meteorologia dell’Università di Bonn, in Germania, ha estratto del materiale genetico, appartenente a degli insetti, intrappolati all’interno di pezzi di resina. La resina è stata prelevata da un particolare albero della specie Himenaea verrucosa che vive in Madagascar.
Quando la resina era fresca e appiccicosa, alcuni coleotteri (Coleoptera curculionidae) sono rimasti invischiati nella sostanza fino a che non ne sono stati sommersi. Rimasti all’interno della resina, la decomposizione non ha attaccato i tessuti degli insetti che sono giunti fino a noi. La ricerca è stata pubblicata su PLOS ONE e vi è da dire che gli insetti e la resina non hanno sul groppone molti anni. I due pezzi di resina contenenti gli insetti, infatti, risalgono a 2 e 6 anni fa. Non molto, forse, ma gli scienziati sono riusciti ad estrarre del materiale genetico da questi piccoli insetti fossili. Il materiale genetico estratto è stato trattato con la tecnica della PCR (Reazione a Catena della Polimerasi) che lo amplifica e lo moltiplica in modo che, partendo da pochi frammenti di DNA, la PCR li “clona” aumentandone il numero: i frammenti sono sempre uguali ma in numero maggiore. Per estrarre il materiale genetico gli scienziati hanno usato Etanolo all’80%.
La tecnica ha avuto successo per campioni molto recenti e gli scienziati non sanno se può essere vantaggiosa da usare anche per campioni che hanno migliaia o milioni di anni. Lo studio ha anche rilevato che la quantità di acqua che la resina riesce a conservare al suo interno è maggiore di quanto si pensava inizialmente e questo fattore può portare ad un peggioramento del DNA in esso conservato. La tecnica può però essere un punto di partenza per ulteriori studi e scoperte su come riuscire ad estrarre DNA da ambre molto più antiche.
FONTE: IFL Science
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