Ethelfleda: la regina anglo-sassone che sconfisse più volte i Vichinghi

Ethelfleda: la regina anglo-sassone che sconfisse più volte i Vichinghi
di

Sovrana del regno di Mercia dal 911 fino alla morte, Ethelfleda rientra tra quei nomi femminili poco celebrati nella storia medievale, ma che ebbe un ruolo fondamentale come capo militare e politico nel suo regno. Con un onore di battaglia comparato a quello di Cesare, viene ricordata come la comandante che sconfisse i Vichinghi.

Ethelfleda era la primo-genita di Alfredo il Grande del Wessex e di Ealswith di Mercia.

Non nacque in una situazione politico-militare stabile. Solo tre anni prima il grande esercito vichingo era riuscito a conquistare gran parte dei regni anglo-sassoni e solo l'unione dei suoi genitori e la guida militare del padre evitò che il Wessex e una parte della Mercia finissero nelle mani dei norreni.

Nel 878 vi fu un tentativo, da parte degli invasori, di conquistare anche il Wessex. Con la battaglia di Ethandun, Alfredo il Grande riuscì a tener testa ai nemici e lo scontro si poté concludere con la divisione delle terre anglosassoni in due aree di influenza: una inglese e una vichinga.

Presto, però, Ethelfleda divenne sufficientemente adulta per sposarsi. Per assicurarsi la sincera fedeltà del regno di Mercia, Alfredo diede in sposa la figlia ad Aethelred, il capo della regione alleata. Questo matrimonio fu fondamentale per salvaguardarsi dagli attacchi norreni provenienti dal nord della Britannia.

Dopo il matrimonio, la ragazza non rimase in disparte. Considerando la salute debole del marito, Ethelfleda iniziò a partecipare attivamente nella vita diplomatica del regno. Intraprese delle trattative con le popolazioni vichinghe stanziatesi nelle coste irlandesi e seguì due piani ben precisi:

  • Offrire agli invasori dei possedimenti nel Wirral, oggi un borgo metropolitano nel Merseyside (Inghilterra)
  • Ricostruire l'antica città romana di Chester con delle fortificazioni che avrebbero ostacolato l'avanzata da sud dei dani, una tribù norrena

Fu così che la donna capì l'importanza del potere diplomatico: i Vichinghi fuori i territori anglosassoni cominciarono a conoscere il suo nome; nel Wessex, governato dopo la morte del padre da Edoardo il Vecchio (fratello di Ethelfleda), venne celebrata al pari di Alfredo il Grande e degli altri grandi militari.

Alla morte del marito, nel 911, venne nominata ufficialmente "Signora dei merciani" e cominciò ad avere il controllo anche delle truppe. Iniziò, quindi, dal 917, una serie di campagne militari per riprendersi tutti i territori della Mercia caduti nelle mani dei vichinghi. Arrivò a sottrarre l'anno successivo persino l'importante città di York, al tempo uno dei centri principali per i norreni stanziatesi nella Britannia.

Quando, però, i dani si mostrarono pronti a firmare un trattato di sottomissione, Ethelfleda morì per cause misteriose, probabilmente per dissenteria. Il trono di Mercia passò a sua figlia, Aelfwyn. Tuttavia lo zio la depose con molta facilità, unendo ufficialmente il Wessex con i regni merciani. Edoardo il Vecchio, dopo questo gesto, riuscì a porre sotto il suo controllo tutta l'Inghilterra - venendo, così, definito come primo "Anglorum Saxonum rex".

Ethelfleda, però, non verrà ricordata solo come figlia e sorella di due grandi sovrani inglesi. Le cronache del X secolo elogiarono le sue brillanti strategie belliche, ma anche le riforme che portò avanti per contrastare il culto pagano norreno. Per esempio, finanziò la costruzione di chiese cristiane e monasteri per favorire lo studio dei preti e la predicazione. Per quanto paradossale possa sembrare, persino i Normanni esaltarono la sua figura, rendendola un ottimo esempio di capo militare ed eccellente diplomatica.

Se siete incuriositi su questo personaggio, vi consiglio un binge-watching della serie Netflix "The Last Kingdom".