L'evolversi della fratellanza tra gli uomini sembra essere stata influenzata dall'ambiente

L'evolversi della fratellanza tra gli uomini sembra essere stata influenzata dall'ambiente
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Un nuovo studio dell'Università di York afferma che lo sviluppo della fratellanza tra gli individui sia stato determinato da alcuni fattori, tra cui l'ambiente. Questo significherebbe che l'aiutarsi tra singoli non sia stata mai un'innata esigenza naturale, bensì un bisogno in costante evoluzione - influenzato da alcuni elementi.

Partiamo dal presupposto che, sin dalle prime comunità di ominidi, l'uomo si è sempre dimostrato come un essere capace di preoccuparsi e difendere coloro che erano sconosciuti ed esterni al proprio gruppo. Questo li ha sempre contraddistinti, al contrario degli altri animali, che, generalmente, tendevano ad essere più difensivi.

Se guardiamo l'essere umano oggi, noteremo come la peculiarità che ci ha contraddistinto sottilmente nei millenni di storia, rispetto agli altri animali, ci ha permesso di riunirci in grandi nazioni e tollerare, su larga scala (anche mondiale), chiunque vi si trovi all'interno.

L'università di York, partendo da questo punto, si è posta l'obiettivo di comprendere quali siano stati i fattori a contribuire all'evoluzione della fratellanza tra uomini.

Per poter rispondere a questi dubbi, sono dovuti tornare indietro nel tempo, quando i nostri antichissimi antenati lasciarono l'Africa e, in terre sconosciute, fronteggiarono ambienti e climi completamente opposti.

Prendendo in analisi un periodo che va tra i 300 mila e 30 mila anni fa, si è notato come i movimenti di uomini di diversi gruppi, anche su larghe distanze, fossero diventati molto più frequenti. Inoltre, sembra proprio che in questo lasso di tempo cominciarono a svilupparsi dei primi rudimentali scambi di materie essenziali - anche al di fuori della propria comunità.

E' probabile che questo "aiutarsi" a vicenda sia stato determinato dai svariati elementi ambientali e climatici che potevano minacciare la stabilità dei singoli gruppi. Un aspetto che non suona nuovo nel mondo accademico, se si considera che pochi mesi fa sia stata pubblicata un'analisi che vedeva il clima proprio come fattore determinante nel corso della storia.

Si è osservato che coloro che applicavano questo tipo di comportamento di sostegno reciproco, anche al di fuori dei propri confini, erano soliti sopravvivere di più nelle diverse terre. Viceversa, chi preferiva rinchiudersi nelle propria bolla, tendeva ad estinguersi.

Ovviamente, è necessario considerare due fattori: negli ambienti molto ricchi di risorse e con delle condizioni climatiche stabili, non vi era alcun beneficio nello scambio con gli altri; allo stesso tempo, chi si trovava in ambienti molto pericolosi ed instabili, era impossibilitato dal muoversi ed entrare in contatto con altri gruppi. Per questo alcuni ebbero la meglio sugli altri.

La visione di un periodo della Preistoria caratterizzato da una maggiore fratellanza tra gli individui si pone in netto contrasto con la visione di tribalismo e competizione (anche violenta) che, oggi, abbiamo riguardo quel lasso di tempo e le persone che vi vissero.

Da un punto di vista archeologico, invece, questo studio potrebbe offrire un cambio di prospettiva, che spiegherebbe come molti reperti tra i 300 mila e i 30 mila anni fa presentino caratteristiche spesso miste.