Facebook sotto accusa: avrebbe fornito dati falsi sulle fake news
Facebook avrebbe fornito dati errati o incompleti sulle fake news ai ricercatori con cui lavora, stando a quanto emerge da un articolo pubblicato dal New York Times. Molte delle analisi sulla disinformazione, infatti, si basano sui dati quantitativi relativi ai click e alle interazioni periodicamente pubblicati dalla piattaforma di Mark Zuckerberg.
Il colosso di Menlo Park collabora ormai da anni con molti accademici, dando loro accesso ai propri dati al fine di monitorare la disinformazione su Facebook, Instagram e Whatsapp. L'azienda ha promesso trasparenza e l'accesso per i ricercatori a tutte le informazioni relative alle interazioni degli utenti, ma i dati trasmessi farebbero riferimento solo alla metà degli iscritti ai suoi social negli Stati Uniti.
I dati inviati ai ricercatori sarebbero poi stati vittima di "cherry-picking", poiché Facebook avrebbe scelto di trasmettere solo i profili "politicizzati", cioè quelli che hanno effettuato un certo numero di interazioni con le pagine di partiti ed esponenti politici, rendendo chiara la loro appartenenza in tal senso. Al contrario, i profili di molti utenti che non esprimono le proprie opinioni politiche sui social sarebbero stati esclusi a priori dalle statistiche.
In una mail inviata ai ricercatori dopo la diffusione della discrepanza tra i dati reali e quelli forniti, l'azienda si è scusata per gli "inconvenienti che il nostro errore può avere causato", ed ha promesso di essere già al lavoro per risolvere il problema. Secondo un portavoce di Facebook l'errore non sarebbe umano, ma tecnico, e riguarderebbe solo i dati degli utenti americani. Tuttavia, la mole di dati in gioco è così grande che ci vorranno settimane per fornire dei report aggiornati. Intanto, i ricercatori temono che molti dei loro studi siano sbagliati e da rifare da capo, buttando mesi o anni di lavoro.
La notizia aggrava il rapporto di Menlo Park con la disinformazione: di recente, infatti, uno studio ha confermato che le fake news su Facebook avrebbero più interazioni delle notizie verificate, e nemmeno i dati sui post più visti nel 2021 pubblicati da Facebook sembrano essere incoraggianti.
FONTE: The New York Times
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