Facebook bannerà i negazionisti dell'Olocausto per "incitamento all'odio"
Facebook nella mattinata di oggi 12 ottobre 2020 ha annunciato un cambiamento molto importante per quanto concerne l’approccio ai contenuti sulla negazione dell’Olocausto, precisando che ogni diffusore di tali contenuti d’ora in avanti verrà bannato secondo la nuova politica aggiornata sull’incitamento all’odio.
Per lungo tempo il social network di Mark Zuckerberg è stato criticato per non aver preso una posizione chiara nei confronti di questi contenuti estremamente offensivi: da una parte c’era il problema della libertà di parola e dall’altra la presa di distanze dall’assunzione di certe responsabilità. Nella giornata di oggi però ha cambiato completamente posizione assumendosi tali responsabilità dichiarando che in futuro proibirà “qualsiasi contenuto che neghi o distorca l’Olocausto”.
Questa decisione è stata presa per vari motivi: prima di tutto il numero crescente di attacchi e di incitamento all’odio online, soprattutto durante le giornate clou del movimento BlackLivesMatter; poi il più recente ban di tutti gli account che rappresentano QAnon, il movimento cospirazionista antisemita che negli ultimi tempi ha prosperato proprio su Facebook e altre piattaforme.
La stessa compagnia ha spiegato in un annuncio che “Abbiamo bandito più di 250 organizzazioni della supremazia bianca e aggiornato le nostre politiche per affrontare i gruppi di milizie e QAnon. Inoltre, bandiamo regolarmente altre persone e organizzazioni a livello globale e nel secondo trimestre di quest'anno abbiamo rimosso 22,5 milioni di discorsi di incitamento all'odio dalla nostra piattaforma. Dopo un anno di consultazioni con esperti esterni, abbiamo recentemente bandito gli stereotipi antisemiti sul potere collettivo degli ebrei che spesso li raffigura alla guida del mondo o delle sue principali istituzioni”.
Secondo un sondaggio condotto da Facebook, tra gli adulti statunitensi d’età compresa tra i 18 e i 39 anni un quarto di essi ha affermato di credere che l’Olocausto fosse un mito esagerato. Dopo il 2009 vari studi ulteriori hanno confermato inoltre che la stessa piattaforma promuoveva maggiormente pagine negazioniste piuttosto che quelle storiche o di sensibilizzazione; per questo motivo nel corso del 2020, quando sono state svolti più studi in materia, varie organizzazioni per i diritti civili come NAACP si sono fatte avanti per convincere Facebook a prendere posizione, con successo.
La misura comunque verrà attuata completamente nel corso dei prossimi mesi, studiando prima come addestrare revisori e algoritmi sull’applicazione di questa politica. Nel mentre, gli sviluppatori stanno lavorando anche sull’integrazione delle chat di Facebook Messenger e Instagram.
FONTE: TechCrunch
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