Facebook rende più severe le policy sulle Live, in reazione alla strage di Christchurch

Facebook rende più severe le policy sulle Live, in reazione alla strage di Christchurch
di

A Marzo un uomo aveva trasmesso in diretta il massacro di oltre 51 persone nella città di Christchurch, in Nuova Zelanda. Molti avevano puntato il dito contro Facebook, chiedendosi come sia stato possibile che il social non abbia bloccato la live. Ora un cambio di policy di Facebook spera di evitare il ripetersi di incidenti simili.

In un comunicato stampa, l'azienda ha affermato di voler introdurre quella che chiama "One Strike policy": basterà una sola segnalazione andata a segno per perdere completamente la possibilità di fare live sul social network, almeno per un po', a seconda della gravità dell'infrazione.

Per capirci, non stiamo parlando di una segnalazione necessariamente riferita ad un abuso delle live su Facebook, ma ad una qualsiasi violazione di una delle regole più importanti del social network.

Non conosciamo ovviamente "la fedina digitale" dell'uomo che ha compiuto la strage di Christchurch, ma è plausibile che il social network si sia accorto che alle sue spalle aveva già diverse violazioni gravi delle policy del sito; in caso non fosse così, viene spontaneo sottolineare che questa nuova policy non avrebbe impedito la condivisione in live della strage di Christchurch.

Positiva la reazione del primo ministro della Nuova Zelanda, che ha dichiarato di ritenere la decisione di Facebook un importante primo passo per ridurre l'utilizzo dei social come strumento per il terrorismo.

La live del massacro era stata diffusa in modo capillare, tant'è che Youtube dovete rimuovere una mole di video "senza precedenti", e Facebook a sua volta cancellò oltre 1,5 milioni di clip della strage.