L'FBI "a un passo" dall'utilizzo dello spyware Pegasus: la rivelazione del New York Times

L'FBI 'a un passo' dall'utilizzo dello spyware Pegasus: la rivelazione del New York Times
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Continua la coda lunga del caso dello spyware Pegasus, il software di spionaggio dell'israeliana NSO Group, utilizzato in tutto il mondo per controllare politici, giornalisti e attivisti attraverso i loro stessi computer. Oggi, a finire al centro della polemica è nuovamente l'FBI, che sembra aver preso in considerazione l'uso dello spyware.

Un articolo del New York Times, infatti, spiega che il Federal Bureau of Investigation è stato molto vicino all'uso di Pegasus per le proprie attività di monitoraggio e controllo delle attività criminali. In realtà, quello del NYT non è il primo report relativo alla potenziale implementazione di Pegasus nei sistemi di sorveglianza statunitensi: per esempio, nel 2021, sempre il Times aveva rivelato che l'FBI aveva sviluppato una "versione americana" di Pegasus.

La stessa FBI ha più tardi ammesso di aver testato Pegasus in ambienti "limitati", ma con il solo fine di "stare al passo con la tecnologia" e di prevenire utilizzi impropri dello spyware. Oggi, però, il nuovo report del New York Times sembra dare una versione diversa della vicenda, spiegando che l'agenzia di sicurezza americana sarebbe stata ad uno stadio "avanzato" di sviluppo di uno software basato su Pegasus per utilizzo interno.

Addirittura, pare che l'FBI avesse già redatto una serie di linee guida per gli investigatori federali relative all'utilizzo dello spyware, specie nel caso in cui delle informazioni ottenute tramite quest'ultimo sarebbero poi diventate rilevanti durante dei casi giudiziari. Non è chiaro, comunque, se l'FBI volesse utilizzare Pegasus contro i cittadini americani o se invece intendesse adoperarlo per prevenire delle minacce estere o lo spionaggio internazionale. Tuttavia, la versione statunitense del software, Phantom, sembra funzionare su tutti gli smartphone con un numero di telefono americano.

A causa delle pesanti pressioni della stampa, specie del New York Times e del Washington Post, l'FBI avrebbe infine deciso, a luglio 2021, di mettere da parte il progetto Phantom e qualsiasi implementazione di Pegasus nelle sue strutture di sicurezza e monitoraggio dei crimini.

Tuttavia, il fatto che l'agenzia non stia attualmente utilizzando Pegasus non significa che non possa farlo in futuro: al contrario, un documento legale dell'FBI stessa spiega che "solo perché l'FBI ha deciso di non implementare lo strumento in supporto delle investigazioni sulle attività criminali, ciò non significa che non testerà, valuterà e potenzialmente utilizzerà in futuro dei tool simili per ottenere accesso alle comunicazioni cifrate tra criminali".