Questa foglia fossilizzata ci mostra le condizioni del nostro pianeta 23milioni di anni fa
Come potrebbero rispondere le specie vegetali della Terra all'aumento dei livelli di anidride carbonica? Grazie ai "fossili" di alcune foglie di 23 milioni di anni fa gli scienziati potrebbero presto rispondere a questa complicata domanda. Un nuovo studio, infatti, è stato pubblicato proprio sulla rivista Climate of the Past.
I ricercatori hanno esaminato delle foglie del Miocene inferiore, quando si riteneva che i livelli di CO2 fossero alti. Gli esperti hanno scoperto che queste piante erano in grado di assorbire l'anidride carbonica grazie alla loro maggior diffusione. Questa è la prima volta che alti livelli di carbonio atmosferico sono stati collegati a una maggiore proliferazione delle piante.
In particolare i ricercatori hanno prelevato un campione del 2009 penetrato per 100 metri nel letto di un lago ormai asciutto a Dunedin, in Nuova Zelanda. I suoi strati di sedimenti sono costituiti da alghe ricche di silice e strati alternati di materia organica nerastra che cadde durante le stagioni passate del nostro mondo.
Questi strati contengono innumerevoli foglie di una foresta subtropicale sempreverde che è così ben conservata che gli scienziati sono capaci di vedere i microscopici dettagli. Le foglie, infatti, sono delle vere e proprie "carte d'identità" dell'ambiente in cui vivevano poiché mantengono la loro composizione chimica originale.
Gli esperti hanno anche confrontato le caratteristiche anatomiche delle foglie con quelle moderne e hanno determinato che il carbonio atmosferico era di circa 450 parti per milione; una buona corrispondenza per i dati di temperatura per il Miocene inferiore, circa 5-6 °C più caldo rispetto alle condizioni odierne. Le foglie hanno rivelato che questi alberi erano super efficienti nell'assorbire il carbonio attraverso gli stomi senza perdere troppa acqua nel processo, consentendo loro di crescere in aree che altrimenti sarebbero state troppo secche per le foreste.
Il carbonio atmosferico è attualmente di circa 415 parti per milione e si prevede che raggiungerà le 450 parti per milione entro il 2040 circa a causa delle emissioni causate dall'uomo.
FONTE: iflscience
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