Francesco Facchinetti a ruota libera su Stonex One: cosa non ha funzionato?

Francesco Facchinetti a ruota libera su Stonex One: cosa non ha funzionato?
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Stonex One è stato probabilmente uno dei progetti smartphone più chiacchierati degli ultimi anni per quanto riguarda il nostro Paese. Lanciato nel 2015, ormai cinque anni fa, il dispositivo non fu esattamente ben visto dagli appassionati, soprattutto a causa di una strategia di marketing che fece discutere.

Infatti, il progetto secondo molti verteva un po' troppo su "promesse marketing" molto alte, tanto da far salire alle stelle le aspettative di alcuni appassionati. In particolare, la scelta di Francesco Facchinetti come "uomo immagine", che presenziava in alcuni video "alla Steve Jobs", attirò l'attenzione di parecchie persone. Pensate che tutti i portali di tecnologia ne parlavano all'epoca, compresi noi di Everyeye Tech.

In ogni caso, la fine del progetto Stonex One la conosciamo, tanto che nel 2019 alcune delle sue edizioni con gli hashtag sono ricomparse in UAE. Insomma, la storia dello smartphone "italiano" è ormai risaputa, ma adesso abbiamo anche delle dichiarazioni relative al progetto provenienti proprio da Francesco Facchinetti, che dopo 5 anni dal lancio dello smartphone ha deciso di parlarne a ruota libera in una diretta andata in onda nella giornata del 4 maggio 2020 sul canale Twitch creatortalks, che ha visto la partecipazione anche di Gianluigi Ballarani e BallaWhiteBeard (potete rivederla tramite il player presente qui sotto).

Vi consigliamo di dare un'occhiata alla replica integrale per maggiori informazioni, ma riportiamo delle dichiarazioni interessanti rilasciate da Facchinetti a partire dal minuto 39:00: "(In riferimento a Stonex, ndr) È stata una case history incredibile. [...] forse una delle prime volte in cui mi sono trovato impreparato a qualcosa, perché solitamente cerco di essere preparato. [...] Mi ricordo: ero qua con mio cugino e dico: 'vabbè, voglio creare un personaggio che vada al di fuori di me, perché io posso essere riconducibile a mille altre cose'.

Quindi, mi prendo una giacca blu [...], una camicia che possa essere riconducibile a della 'serietà', ma che abbia almeno un po' di colore. Dopodiché, andavo in giro sempre con questi occhiali che erano di un mio amico, che erano degli occhiali rotondi con una specie di attaccatura [...], ce li avevo trasparenti e ho detto: 'vabbè, me li metto'. [...] Poi c'era una bella giornata e ho detto: 'mi metto sul prato'. [...] Non ho pensato a Steve Jobs, però probabilmente inconsciamente l'ho fatto".

Insomma, già questo primo aneddoto è molto interessante, dato che spiega come è nato l'iconico video, che ormai tutti conoscono, in cui viene presentato il progetto Stonex One. Ma non è finita qui, dato che Facchinetti continua: "Cerco di fare le famose tre fasi della startup: [...] l'esigenza, la regola di ingaggio e lo storytelling. L'esigenza era quella di creare un prodotto tecnologico che [...] avesse il 'sapore' del nostro Paese, la regola di ingaggio era tecnologia high-end a basso prezzo e lo storytelling era [...] 'come mai non possiamo farlo in Italia?'. Insomma, questo era il concetto. Un concetto molto ampio, un concetto in cui ci poteva stare tutto e niente.

Pubblichiamo questa cosa, disastro. Il giorno dopo ero su Corriere, Repubblica [...]. Un singolo video fatto da mio cugino Stefano su un prato. [...] Cos'è successo? In quel momento, primo campanello d'allarme".

In parole povere, Facchinetti ha affermato che il progetto ha fatto un po' troppo successo, più di quanto si aspettava, cosa che lo ha spinto ad andare molto più velocemente di quanto stesse facendo in precedenza. "Chiamo quello che era il mio 'partner in law' in questa situazione, Davide, e dico: [...] 'qua c'è già gente che dice che vuole questo telefono'. Solamente che io avevo pensato di fare uno storytelling di nove mesi".

Essenzialmente, secondo Facchinetti, uno dei problemi è stata la "fretta", dato che secondo lui il successo di pubblico portò a una certa "accelerata" al progetto. "Avevamo già progettato quelli che erano i vari assemblatori, gli assemblatori sono in Cina. [...] Non è che improvvisamente siamo stati noi fautori di assemblare le cose in Cina. [...] Volevamo scegliere tutte quelle che erano le parti più 'visive' del progetto Stonex. Abbiamo condensato tutto e, nella ricerca di quello che era l'assemblatore, abbiamo scelto [...] quella che era, diciamo così, il più veloce. [...] Pensavamo che quelli che rispondono più velocemente siano i più interessati al progetto. [...] Errore. [...] Di fatto, chi ti risponde più velocemente è chi non ha un c***o da fare. [...] Un'azienda in Cina che non ha un c***o da fare... C'è qualcosa che non va".

Ovviamente, abbiamo riportato solamente alcuni passaggi della diretta streaming. Vi consigliamo, tuttavia, di guardare il video integrale, in modo da farvi delle idee più complete su quanto dichiarato da Facchinetti. Tra le altre informazioni interessanti, l'aneddoto relativo al gioco "Acchiappa la talpa" (con molte persone che riuscirono a completarlo) e la costante voglia di "fare di più", che portò a ben 150.000 preorder (ecco il perché della scelta di fare varie edizioni con diversi hashtag). Infine, il colpo di scena più grande, il fallimento dell'azienda che assemblava lo smartphone, che lasciò Stonex senza troppe possibilità. Non sono mancati altri dettagli molto interessanti, come il costo di produzione dello smartphone. Insomma, Facchinetti è veramente andato a ruota libera sull'argomento.

Francesco Facchinetti a ruota libera su Stonex One: cosa non ha funzionato?