Le frasi da brividi dei creatori delle bombe atomiche

Le frasi da brividi dei creatori delle bombe atomiche
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Furono più di 130.000 le persone impiegate nel Progetto Manhattan, ovvero la ricerca guidata da USA, Regno Unito e Canada che ha portato alla sintesi della bomba atomica. Tra queste, però, si contavano sulle dita le grandi menti che hanno contribuito alla sua realizzazione e oggi vi riportiamo proprio le loro considerazioni sull’ordigno.

Tutto iniziò da una lettera di Leo Szilard ed Eugene Wigner, indirizzata al presidente Roosevelt, in cui i due fisici hanno dichiarato che le recenti scoperte hanno permesso di prevedere la realizzazione di "bombe di un nuovo tipo ed estremamente potenti", innescando una reazione a catena con grandi quantità di uranio. Il timore di Wigner e Szilard era che gli scienziati tedeschi realizzassero anzitempo un esplosivo del genere.

Ed è proprio con l’analisi post-esplosione di Leo Szilard che vogliamo cominciare questo cammino nei pensieri degli scienziati, volenti o nolenti, fautori della bomba atomica:
Abbiamo acceso l'interruttore [riferendosi al primo test nucleare, il Trinity], abbiamo visto i lampi, abbiamo guardato per dieci minuti, poi abbiamo spento tutto e siamo tornati a casa. Quella notte sapevo che il mondo era diretto verso il dolore. Un grande potere impone l'obbligo di moderazione e noi non siamo stati all'altezza di questo obbligo. […] Mi è stato chiesto se fossi d'accordo sul fatto che la tragedia dello scienziato consiste nell’essere in grado di portare grandi progressi nella nostra conoscenza, progressi che l'umanità potrebbe utilizzare per scopi di distruzione… La mia risposta è che questa non è la tragedia dello scienziato: è la tragedia dell'umanità.” - Discorso alla Conferenza sull'energia atomica (21 settembre 1945).

Posizioni totalmente differenti sono quelle di Edward Teller, fisico ungaro-americano, ricordato storicamente come il “padre della bomba ad idrogeno”, esplosivo differente sul piano costruttivo rispetto all’atomica, com’è differente anche dalla Bomba Zar, l’arma nucleare più potente mai realizzata. Lo scienziato sarà coinvolto nel Progetto Manhattan, facendo pressione sul continuare a sviluppare gli ordigni a fusione per contrastare, a detta sua, non solo la minaccia tedesca ma soprattutto quella russa.

Se non avessimo perseguito la bomba ad idrogeno, ci sarebbe ora la reale eventualità che parleremmo tutti il russo. Non ho rimpianti.”, o ancora “Ho cercato di contribuire alla sconfitta dei sovietici. Se ho contribuito con l'1%, è già qualcosa di enorme. Se rimaniamo forti, allora credo che possiamo stabilizzare il mondo e avere una pace basata sulla forza. […] Il nostro fine ultimo deve essere esattamente quello che professa il dottor Pauling: creare una pace basata sull'accordo, sulla comprensione, sulla legge universalmente accettata e applicata. È un'idea meravigliosa, tuttavia ritengo che la pace basata sulla forza possa far guadagnare tempo, e in questo tempo possiamo lavorare per una migliore comprensione, per una più stretta collaborazione. In primo luogo, con i paesi a noi più vicini, che comprendiamo meglio, i nostri alleati, quelli occidentali, le nazioni della NATO, le forze che credono nelle libertà umane, come noi. Poi, il prima possibile, con il resto del mondo libero, […] inclusa la Russia, anche se potrebbero volerci molti anni a venire”, sono queste le parole di Teller pronunciate il 20 febbraio 1958, nel dibattito su Linus Pauling.

Parliamoci chiaro, sappiamo che tra i fabbricatori di Fat Boy spicca un personaggio che più di tutti si è espresso sulla creazione a cui ha contribuito. Si stiamo parlando proprio del direttore scientifico del Progetto Manhattan: Robert Oppenheimer. Suo fratello racconta che quando il test Trinity andò a buon fine esclamò con entusiasmo “Ha funzionato!”.

Sempre in riferimento al primo test del nucleare, il fisico descriverà così le reazioni dei presenti:
Abbiamo aspettato che l'esplosione fosse passata, siamo usciti dal rifugio e poi è stato estremamente solenne. Sapevamo che il mondo non sarebbe stato lo stesso. Alcune persone hanno riso, alcune persone hanno pianto. La maggior parte delle persone taceva. Ho ricordato il verso indù della Bhagavad-Gita: […] ‘Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi.’ Suppongo che lo pensassimo tutti, in un modo o nell'altro.”.

Nel 1945, ottiene il premio d’Eccellenza dell’Esercito-Marina, dove terrà un discorso di ringraziamento dall’impressionante versatilità, contestualizzandolo agli avvenimenti che si stanno risolvendo nel mondo.
È con apprezzamento e gratitudine che accetto da voi questa pergamena, per il Laboratorio di Los Alamos e per gli uomini e le donne che ci hanno messo cuore ed impegno. […] Se le bombe atomiche devono essere aggiunte come nuove armi agli arsenali di un mondo in guerra, […], allora verrà il momento in cui l'umanità maledirà i nomi di Los Alamos e Hiroshima. Le persone di questo mondo devono unirsi o moriranno. Questa guerra, che ha devastato tanta terra, ha scritto queste parole e la bomba atomica le ha solo spiegate, affinché tutti gli uomini le possano capire. […]”.

Sono questi i pensieri di Szilard, Teller e Oppenheimer, tre dei principali artigiani di Little Boy e Fat Man. Oggi, il mondo intero è chiaramente preoccupato per i risvolti che può prendere il conflitto russo-ucraino e molti sono i punti interrogativi circa l’impiego del nucleare. Per far luce proprio su quest’ultimo spaventoso dubbio, vi segnaliamo il sito web che mostra l’impatto di una bomba atomica nella zona in cui si vive.