Freud non c'entra nulla: (forse) riusciremo a "leggere" i sogni lucidi

Freud non c'entra nulla: (forse) riusciremo a 'leggere' i sogni lucidi
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Un team di esperti del sonno pensa di aver trovato un modo per far letteralmente "parlare" i sognatori lucidi mentre dormono. Scopriamo insieme lo studio pubblicato su Psychology of Consciousness: Theory, Research, and Practice.

Dopo aver capito perché i sogni ad occhi aperti fanno male, appare opportuno identificare intanto il termine "sogno lucido". Fu coniato per la prima volta nel lontano 1913 da Frederik Willem van Eeden, uno scrittore e medico olandese. Il fulcro di tale fenomeno, risiede nella consapevolezza da parte del soggetto di sognare. In alcuni casi, un sognatore lucido può persino esercitare un certo controllo sugli aspetti del sogno, come le azioni dei personaggi, la narrazione o addirittura l'ambiente stesso.

Per capire quanto sia diffusa tale condizione, basti pensare che da una ricerca pubblicata nel 2020 emerge che il numero di studi incentrati sui sogni lucidi aumenta del 5,6% ogni anno, considerando inoltre che circa il 55% delle persone ha sperimentato sogni lucidi almeno una volta. Ma come avviene un sogno lucido?

Sinceramente sappiamo ancora molto poco sulla loro neurobiologia, ma sappiamo per certo che accade quasi esclusivamente durante la fase REM del nostro sonno. Proprio per cercare di fare un po' di luce su questo argomento, Michael Raduga, esperto del sonno del Phase Research Center, ha sviluppato un "linguaggio" che consente alle persone di comunicare mentre sono nel sonno REM.

La nuova lingua si chiama "Remmyo" e si basa su specifici movimenti dei muscoli facciali che si verificano durante questo stato. Secondo gli autori, questo linguaggio può essere appreso durante le ore di veglia.

Nel suo esperimento, Raduga ha utilizzato un laboratorio del sonno presso la Clinica Neurologica dell'Università di Francoforte in Germania. I partecipanti conoscevano già Remmyo e gli era stato "insegnato" come entrare in uno stato di sogno lucido. Successivamente, potevano comunicare usando questo linguaggio e i sensori elettromiografici.

Remmyo prende il nome dal già citato stato di sonno e da "myo", che in greco antico significa "muscolo". Secondo Raduga, la lingua attualmente ha solo sei lettere con suoni accoppiati, ognuno dei quali è legato alle contrazioni di specifici muscoli facciali che possono essere rilevati dall'elettromiografia (EMG).

"Il suo vocabolario di base è di circa 200 parole o comandi di uso comune composti da non più di tre lettere. Possiamo vocalizzare digitalmente Remmyo o la sua traduzione in tempo reale, il che ci aiuta a sentire il discorso dai sogni lucidi ", scrivono Raduga e il suo collega nel loro studio.

Sfortunatamente, anche se non si tratta di dormire per lavoro, i risultati di Raduga sono stati alquanto contrastanti. A causa di una serie di problemi relativi a guasti del software, errori di pronuncia e suoni mancanti, l'efficienza di decodifica variava dal 13 all'81%. Nonostante ciò, potrebbe essere importante riportare come la prima frase e parola ascoltata dai soggetti in sogno è stata "nessuna guerra" e "libertà".