Fujifilm vittima di un attacco ransomware: REvil è tornato con nuove offensive

Fujifilm vittima di un attacco ransomware: REvil è tornato con nuove offensive
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Se a marzo Acer è stata vittima di un attacco ransomware, negli ultimi giorni un altro grande nome a essere colpito dagli ormai soliti malintenzionati del team REvil è il gigante giapponese Fujifilm, il quale si è visto costretto a chiudere parti della sua rete globale dopo i primi sospetti.

L’annuncio è giunto direttamente tramite l’azienda del Sol Levante, la quale ha scritto: “Fujifilm Corporation sta attualmente conducendo un'indagine su un possibile accesso non autorizzato al proprio server dall'esterno dell'azienda. Come parte di questa indagine, la rete è parzialmente chiusa e disconnessa dalla corrispondenza esterna”.

L’attacco sarebbe avvenuto nella sede di Tokyo durante la serata di martedì 1° giugno 2021 e ora la società sta lavorando per determinare la portata del problema. Intanto, Bleeping Computer ha riferito che i server dell’azienda sarebbero stati infettati da Qbot, sistema che attualmente è collegato principalmente al gruppo REvil.

A TechCrunch l’esperto di privacy digitale presso ProPrivacy Ray Walsh ha dichiarato: “L'analisi iniziale suggerisce che l'attacco ransomware su Fujifilm è iniziato con un'infezione trojan Qbot il mese scorso, che ha dato agli hacker un punto d'appoggio nei sistemi dell'azienda con cui fornire il payload ransomware secondario. Più di recente, il trojan Qbot è stato attivamente sfruttato dal collettivo di hacker REvil e sembra altamente plausibile che gli hacker con sede in Russia siano dietro questo attacco informatico”.

Al momento della scrittura dell’articolo non è chiaro quanti dati siano stati rubati dal gruppo di hacker e nemmeno se Fujifilm abbia già pagato loro un riscatto, ma intanto risulta già evidente come questa modalità di attacco da parte loro sia particolarmente efficace contro molti giganti del mondo tech e non solo.

Tra i recenti attacchi ransomware più importanti c’è stato soprattutto quello che ha messo KO il sistema sanitario irlandese.