La nostra galassia ha migliaia di stelle "aliene" non originarie della Via Lattea
Dei ricercatori, in un nuovo studio pubblicato sul The Astrophysical Journal, hanno trovato alcune migliaia di giovani stelle ai margini della nostra galassia formate da materiale "rubato" dalle Nubi di Magellano, una coppia di galassie nane che sarà divorate dalla Via Lattea.
Le stelle sono state notate perché quella regione non sta producendo molti nuovi corpi celesti. A differenza del centro galattico, infatti, la maggior parte del combustibile disponibile nelle zone più lontane è già stato esaurito. Tuttavia, l'analisi ha mostrato che queste stelle erano relativamente giovani. "Questa regione è molto, molto lontana", afferma Adrian Price-Whelan, ricercatore presso il Center for Computational Astrophysics e autore principale dell'articolo.
Ulteriori analisi hanno mostrato che le 27 stelle più luminose del cluster avevano un contenuto di metallo insolitamente basso, indicando che il materiale che le produceva proveniva dall'esterno della Via Lattea. Il colpevole più probabile è il braccio principale della Corrente Magellanica, un flusso di idrogeno neutro formato dall'interazione gravitazionale tra la Via Lattea e le Nubi di Magellano.
Questa scoperta è molto importante, affermano i ricercatori, perché potrebbe aiutare gli scienziati a capire esattamente dove si trova la Corrente Magellanica. La maggior parte dei metodi utilizzati dai ricercatori per capire la distanza tra una stella o una galassia non funziona altrettanto bene per le nuvole di gas libere, quindi i ricercatori hanno bisogno di punti di riferimento per localizzare questi oggetti. Sulla base di questa nuova ricerca, gli esperti hanno concluso che il flusso si trova a circa 90.000 anni luce dalla Via Lattea, più vicino del previsto.
"Se la Corrente è più vicina è probabile che venga incorporata nella Via Lattea prima di quanto preveda il modello attuale", afferma David Nidever, professore di fisica alla Montana State University e co- autore del documento. Questi nuovi dati aiuteranno gli astronomi a costruire modelli migliori per comprendere il futuro della Via Lattea. "Alla fine, quel gas si trasformerà in nuove stelle nel disco della Via Lattea", conclude Nidever. "Questo ulteriore gas in arrivo ci aiuterà a reintegrare quel serbatoio e fare in modo che la nostra galassia continui a prosperare e formare nuove stelle."
FONTE: space.com
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