
Le galassie cambiano forma? Ecco cosa ci svela un nuovo studio
Le galassie possono davvero cambiare forma? Questa è una domanda che gli scienziati si sono posti per decenni. Ora, sfruttando il potere dell'intelligenza artificiale, un gruppo di ricercatori dell'International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR), in Australia, potrebbe aver trovato finalmente la risposta sull'evoluzione delle galassie.
Da quando è stata sviluppata la famosa sequenza di Hubble, uno schema di classificazione dei tipi di galassie realizzato dall'omonimo astronomo ed astrofisico nel lontano 1926, gli astronomi hanno perfezionato sempre con maggiore precisione la nostra comprensione dell'evoluzione e della morfologia delle galassie, grazie anche all'evoluzione delle tecnologie di supporto.
Già negli anni '70, i ricercatori avevano infatti confermato che le galassie solitarie tendevano ad essere a forma di spirale, e quelle che si trovano nei grandi ammassi, note come ellittiche e lenticolari, erano probabilmente lisce e senza caratteristiche.
Ora, dopo più di mezzo secolo da queste scoperte, e dopo quasi 100 anni dalla sequenza di Hubble, una nuova ricerca condotta dagli astronomi dell'ICRAR australiano, e pubblicata sulle pagine della rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society, potrebbe aver finalmente individuato il motivo di queste differenze nelle forme.
Secondo quanto affermato dal dott. Joel Pfeffer, l'autore principale, lo studio spiega la "relazione morfologia-densità", in cui le galassie a grappolo appaiono più lisce e maggiormente prive di caratteristiche rispetto alle loro controparti solitarie.
"Abbiamo scoperto che, quando mettiamo insieme molte galassie, avvengono cose molto particolari. Le caratteristiche braccia delle galassie a spirale sono così fragili che, man mano che si passa ad una densità più elevata, iniziano a perdere il loro gas", ha spiegato.
"Questa perdita di gas fa sì che perdano i loro particolari rami, trasformandosi in una galassia dalla forma lenticolare. Inoltre, un'altra causa potrebbero essere le fusioni stesse di galassie, che possono vedere due o più di loro schiantarsi per formare una grande galassia ellittica", ha aggiunto il dott. Pfeffer.
Lo studio è stato possibile anche grazie all'utilizzo di un potente algoritmo di intelligenza artificiale che, utilizzando le simulazioni per analizzare in dettaglio un gruppo di galassie, ha permesso di classificarle in base alla loro forma.
L'algoritmo, basato sulle reti neurali e sotto la supervisione del dott. Mitchell Cavanagh, è stato in grado di classificare quasi 20.000 galassie al minuto, riducendo ad una semplice ora ciò che normalmente avrebbe richiesto addirittura settimane.
A proposito di galassie, avete visto che foto incredibile ci ha regalato Hubble? Il telescopio spaziale sta davvero lavorando al meglio, in modo da permetterci di godere di immagini davvero mozzafiato. Come questa stupenda e maestosa galassia a spirale.
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