Gara di intelligenza: le scimmie moderne vincono contro gli Australopitechi

Gara di intelligenza: le scimmie moderne vincono contro gli Australopitechi
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Una nuova ricerca dell’Università di Adelaide suggerisce che le moderne scimmie siano molto più intelligenti degli Australopitechi, nostri lontani predecessori vissuti in Africa ed estinti tantissimi anni fa.

La ricerca è stata svolta da due Università: quella di Adelaide, Australia, e quella di Witwatersrand a Johannesburg, sud Africa, ed il risultato del loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. Gli scienziati che hanno lavorato alla ricerca mettono in campo l’idea che, anche se gli Australopitechi avevano un cervello più voluminoso di quello delle normali scimmie, non fossero in verità più intelligenti di quest’ultime. La chiave di volta del loro studio è stata ricercata attraverso la misurazione del flusso sanguigno.

Più sangue veniva pompato all'interno della scatola cranica, più le facoltà mentali dovevano essere sviluppate perché le cellule del cervello avrebbero avuto bisogno di più energia dovendo elaborare processi mentali più complessi. Per misurare il flusso sanguigno i ricercatori hanno misurato le dimensioni dei fori del cranio dai quali passano le arterie che portano il sangue ricco di ossigeno e nutrienti all'interno del cervello. Questa tecnica è stata calibrata negli esseri umani e nei mammiferi.

In questo modo è stato possibile misurare l’afflusso di sangue che passa nel cranio di 96 teschi di scimmie moderne per paragonarlo con le misurazioni fatte su 11 teschi fossili di Australopiteco. Attraverso questa comparazione si è fatta la stupefacente scoperta che il flusso di sangue che entrava nella scatola cranica era maggiore in quella delle moderne scimmie, fino al doppio rispetto a quello dei crani degli Australopitechi, nonostante questi ultimi avessero un cervello più grande in termini di dimensioni.

D’altronde, come afferma il professore Roger Seymour dell’Università di Adelaide, le moderne scimmie possono essere estremamente intelligenti e, infatti, il professore cita Koko, un gorilla che riuscì ad imparare oltre 1000 segni diversi con i quali riusciva a comunicare con gli esseri umani.