Il Garante della Privacy spiega il blocco di ChatGPT: il rischio sono le fake news

Il Garante della Privacy spiega il blocco di ChatGPT: il rischio sono le fake news
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Nella giornata di ieri su queste pagine abbiamo parlato del blocco di ChatGPT da parte del Garante, ed oggi arrivano le motivazioni di Pasquale Stanzione in un’intervista a Repubblica.

Stanzione ha affermato che “abbiamo potuto accertare il fine del machine learning. Il database che hanno costruito, e che è fermo al 2021, serve allo scopo di addestrare l’algoritmo di intelligenza artificiale a rispondere alle richieste degli utenti. Migliorando così la potenza di calcolo”, ma altrettanto interessanti sono le dichiarazioni sulle fake news.

Secondo il Garante, infatti, il pericolo portato da ChatGPT è quello di indondare la rete con bufale: “in regimi non democratici questo rischio è sicuramente concreto e, direi, preoccupante: la potenza di calcolo posta al servizio di Paesi che non possano dirsi davvero Stati di diritto rischia di avere un effetto deflagrante sulla libertà delle persone. Se allarghiamo il discorso all’uso dell’intelligenza artificiale in contesti bellici, gli effetti sono anche peggiori” ha affermato nell’intervista con Repubblica, secondo cui anche le Autorità Europee hanno posto i fari su ChatGPT.

Nel frattempo, dopo il blocco attuato da OpenAI ai danni di ChatGPT in Italia, l’amministratore delegato Sam Altman su Twitter ha affermato che “l’Italia è uno dei miei paesi preferiti e non vedo l’ora di tornarci presto”. OpenAI dal suo canto si è detta disponibile a collaborare col Garante per fugare i dubbi avanzati.