I gatti che giocano con i padroni riportano con meno frequenza le loro prede dentro casa

I gatti che giocano con i padroni riportano con meno frequenza le loro prede dentro casa
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Secondo un recente studio sui nostri amici felini sembra che una dieta di carne e tanto gioco quotidiano riduca la possibilità che i gatti portino a casa i risultati della loro caccia come “dono” per noi.

Chi possiede dei gatti che magari lascia liberi di scorrazzare in giardino o in campagna avrà avuto la fortuna/sfortuna di aver ricevuto come regalo, dai quadrupedi, i macabri risultati della loro caccia. Non è affatto inusuale, quindi, che i nostri amici felini riportino in casa quello che riescono a cacciare quando sono liberi di girare e, infatti, si stima che in Australia 1,5 miliardi di animali vengano uccisi dai gatti ogni anno. Ed è così che ricercatori dell’Università di Exeter si sono chiesti se fosse possibile ridurre la voglia di cacciare di questi animali senza costringerli a rimanere chiusi in casa. Ecco quindi che i risultati della loro ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology dove emerge una curiosa correlazione.

Sembra infatti che il gioco ed una dieta di carne possano abbassare la frequenza con cui questi animali riportano in casa i risultati della loro caccia. Il team di scienziati ha osservato e studiato, per un arco temporale di 12 settimane, 355 gatti da 219 famiglie diverse. A 30 di questi gatti è stato fatto indossare un campanellino, a 33 un coloratissimo birdsafe (un voluminoso collarino che rende più difficile la cattura degli uccelli da parte dell’animale), a 41 un giochino che, se usato nel modo corretto, dispensa cibo, a 40 è stata somministrata una dieta di carne e a 38 di loro è stata impartita una sessione quotidiana di gioco. Al termine del periodo di osservazione si è registrato che i gatti con il giochino hanno aumentato la percentuale con la quale portavano gli animali che cacciavano in casa, i gatti con il birdsafe hanno cacciato il 42% degli uccelli in meno ma una stessa percentuale di mammiferi.

Per quanto riguarda gli animali con il campanello, quelli con le sessioni di gioco e quelli con una dieta di carne hanno tutti mostrato una diminuzione nel riportare le prede in casa con le percentuali migliori (25% in meno) con le sessioni di gioco e con la carne. Ecco quindi che l’attività simil-caccia che si può ottenere con il gioco renda impegnato l’animale che quindi caccia di meno. Per quanto riguarda la dieta è possibile che molti alimenti, soprattutto quelli di origine vegetali, non contengano dei micronutrienti e che questa assenza possa spingere i gatti a cacciare per compensarla. Lo studio tuttavia non prende in considerazione gli animali che i gatti cacciano ma che non portano in casa. Insomma, è sempre bene giocare con i propri animali domestici e chiedere al proprio veterinario di fiducia consigli sul loro benessere.