Genghis Khan: siete sicuri di conoscere la vera causa che portò alla sua morte?

Genghis Khan: siete sicuri di conoscere la vera causa che portò alla sua morte?
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Genghis Khan, il più noto conquistatore della storia occidentale ed orientale. Tutti, almeno una volta nella propria vita, avranno sentito il suo nome e ascoltato mille aneddoti riguardo la sua personalità. Tuttavia, non tutto quello che conosciamo su di lui è completamente veritiero - soprattutto ciò che riguarda la sua morte.

I primi anni di vita di questo famosissimo condottiero e sovrano sono poco noti e controversi. Si narra che la madre, Hoelun, della tribù dei Merkit (un'antica etnia di mongoli o turchi che abitava nella Siberia sud-orientale), fosse stata rapita dal capo del clan dei Borjigin durante una scorreria. Con quest'ultimo la donna ebbe un primo figlio, Temüjin - successivamente noto come Genghis. La data di nascita non si conosce con certezza, ma, basandoci sulle cronache cinesi, è possibile che fosse il 1162.

Intorno al 1200, il suo nome cominciò a risuonare in tutte le tribù mongole e non. L'impero mongolo stava nascendo e con esso anche il suo primo imperatore.

Non ci soffermeremo sulle grandi conquiste o su quanti suoi discendenti esistano oggi, bensì su un passaggio importante che determinerà l'intera storia medievale dell'Asia centrale: la morte di Gengis Khan, avvenuta nel 1227. Intorno ad essa ruotano una serie di misteri, dettati anche dalla volontà dello stesso sovrano e dei suoi seguaci di non far trapelare dettagli che avrebbero potuto compromettere l'essenziale scontro contro la dinastia Xia occidentale, che regnò dal 1038 fino al 1227.

Vi sono molti miti intorno a questo fatidico evento. Per esempio, secondo la Storia Segreta di Marco Polo, Genghis Khan morì a seguito di una lunga agonia causata da un trauma riportato da una caduta a cavallo durante una battaglia di caccia.

Altri credono che sia morto a causa delle stancanti battaglie contro i Tanguti (una tribù tibetano-birmana residente nella Cina nord-occidentale); altri ancora che morì a seguito di un'emorragia non fermata dopo che la principessa dei Tanguti, nel vano tentativo di vendicarsi per il suo rapimento, decise di pugnarlo o castrarlo.

Un nuovo studio pubblicato nell'International Journal of Infectious Diseases, invece, ritiene che tutti questi racconti non siano veritieri.

La co-autrice dello studio, Wenpeng You, ha spiegato come questi possibili scenari siano altamente improbabili, considerando la grandissima quantità di guardie e servitori che proteggevano Genghis Khan e lo accudivano - soprattutto in un periodo dell'avanzata del grande impero mongolo dove non ci si poteva permettere errori di valutazione.

Sulla base dell'opera "Storia degli Yuan", una cronaca cinese commissionata durante l'era dei Ming, si evince che Genghis Khan, tra il 18 e il 25 Agosto del 1227, fosse stato colpito improvvisamente da una febbre debilitante e che soli otto giorni dopo fosse morto.

Negli anni precedenti era stata avanzata l'ipotesi che la causa di morte fosse stata la febbre tifoide, una malattia causata dal batterio Salmonella typhi. Tuttavia, nel nuovo studio si sottolinea come nel testo cinese non siano descritti altri sintomi collegati alla malattia, come dolore addominale o vomito.

Prendendo altre testimonianze dei guerrieri e di tutti coloro che rimasero vicino al grande imperatore fino al suo ultimo respiro, unendole con le informazioni riguardo le condizioni di salute dell'esercito mongolo (e non), si è giunti alla conclusione che Genghis Khan possa essere morto per la peste bubbonica. Sì, quella stessa terribile malattia che irromperà nell'Europa del Trecento, radendo al suolo più di 1/3 della popolazione.

E' indubbio come questa rimanga, come tante altre, una semplice ipotesi. L'assenza del corpo di Genghis Khan è una grave mancanza nella ricostruzione della sua vita e degli eventi che lo videro coinvolto. Tuttavia, come affermato da Francesco Galassi, fisico e paleopatologo alla Flinders University (Adelaide, Australia), nonché altro co-autore dello studio recentemente pubblicato, "Possiamo affermare che questo scenario clinico sia il più realistico e storicamente accurato rispetto a quelli avanzati finora".