Geotermia: ecco come l'Ungheria risolverà la crisi energetica

Geotermia: ecco come l'Ungheria risolverà la crisi energetica
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L'Ungheria, per cercare un'indipendenza energetica che non renda più necessario l'acquisto di gas russo, sta puntando sulla geotermia naturale del suo sottosuolo. Infatti, l'acqua calda proveniente dalle profondità di Szeged, la sua terza città più grande, viene già convogliata per produrre energia e calore per migliaia di famiglie.

Gli esperti affermano che il progetto, annunciato come la più grande rivoluzione del sistema di riscaldamento urbano d'Europa, potrà servire da modello per altre città del continente, così da permettere alle nazioni dell'Unione Europea di liberarsi del giogo economico dato dal gas di Mosca.

Tamas Medgyes, geologo energetico, ha affermato davanti ad un pozzo recentemente completato nel mezzo di un quartiere residenziale: "L'energia geotermica è locale, accessibile e rinnovabile, quindi perché non usarla?".

Il sistema è ancora in realizzazione ma, quando l'anno prossimo sarà completamente realizzato, 27 pozzi e 16 centrali di riscaldamento spingeranno acqua riscaldata geotermicamente attraverso 250 km di tubazioni per riscaldare 27.000 appartamenti e 400 utenze non residenziali.

Questo lo renderà il più grande sistema di riscaldamento urbano geotermico d'Europa, al di fuori dell'Islanda.

Originariamente, gli impianti di Szeged sono stati costruiti per funzionare a gas. D'altronde, l'Ungheria copre il 65% del suo fabbisogno di petrolio e l'80% del suo fabbisogno di gas con importazioni dalla Russia. Un balzello ormai troppo oneroso da pagare.

Prendendo come esempio uno degli edifici, Medgyes ha spiegato:"Questo progetto abitativo è stato costruito negli anni '80. Da allora abbiamo bruciato milioni di metri cubi di gas russo importato per riscaldare l'acqua fredda in questi appartamenti".

Ora, però, "abbiamo perforato ed immesso acqua calda sotto i nostri piedi", ha aggiunto a proposito del progetto, il cui costo di oltre 50 milioni di euro è parzialmente coperto dai fondi della stessa UE.

Infatti, l'area intorno alla città di Szeged forma un bacino in cui l'acqua calda a 92-93 gradi Celsius si raccoglie ad una profondità di 2.000 metri.

Medgyes ha spiegato che, nelle strutture adiacenti ai pozzi, "scambiatori di calore" costituiti da centinaia di pannelli metallici trasferiscono il calore all'acqua in circuiti di tubazioni che servono diversi quartieri.

L'acqua geotermica stessa non penetra nei circuiti ma rientra sottoterra attraverso un pozzo di "reiniezione" nelle vicinanze.

Secondo molti esperti l'energia geotermica è una fonte di calore rinnovabile molto sottoutilizzata in Europa, anche se l'esempio di Szeged potrebbe benissimo essere attuato in molte altre città in zone della Francia, Germania, Italia o Slovacchia ricche di depositi geotermici.

Lo stesso Ladislaus Rybach, esperto dell'Istituto di geofisica di Zurigo, ha confermato: "Lo sviluppo del riscaldamento urbano geotermico in Ungheria è un esempio facile da adottare in molte regioni d'Europa".

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