Il Giappone dice addio a Floppy Disk e CD-ROM: al loro posto server e cloud

Il Giappone dice addio a Floppy Disk e CD-ROM: al loro posto server e cloud
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Mentre in Italia arriva la Tessera Sanitaria senza chip, in risposta alla crisi dei semiconduttori e dei chip, un altro Stato sta pensando di rivoluzionare le sue consuetudini informatiche. Stiamo parlando del Giappone, che dirà addio a floppy e CD-ROM nei prossimi mesi.

Pare infatti che il Giappone "funzioni" in larga parte grazie ai dischetti inventati da IBM nel 1973. Ciò dipende da una legge emanata negli anni Ottanta da Tokyo, che imponeva a tutti gli ufficiali del Governo giapponese di salvare tutti i dati che producevano su Floppy Disk e, più tardi, su CD-ROM. Oggi, finalmente, questa legge sta per essere abolita.

Stando a quanto riporta Nikkei, infatti, il Ministro degli Affari Digitali del Giappone Taro Kono avrebbe spiegato: "dove potete comprare dei Floppy Disk oggi come oggi? Cambieremo le regole anacronistiche degli anni Ottanta il più velocemente possibile". Secondo le stime del Ministero della Transizione Digitale di Tokyo, sono ben 1.900 le leggi in vigore che richiedono l'uso di sistemi di storage obsoleti, tra cui i Floppy Disk, i CD-ROM e gli Hard Disk da 3,5".

Tutte queste leggi verranno dunque sostituite, mentre il Governo in carica ha promesso non solo una maggiore spinta verso il digitale, ma anche un più ampio utilizzo del cloud e di Internet per immagazzinare i documenti più importanti. Finora, le richieste delle agenzie governative in tal senso sono state bloccate proprio in virtù delle leggi degli scorsi decenni, che ora potrebbero essere disapplicate in massa.

Non è chiaro quanto tempo impiegherà il Sol Levante a liberarsi delle sue tecnologie obsolete per sostituirle con applicativi cloud-based, server e datacenter moderni. Sicuramente, però, una simile transizione potrebbe avere degli effetti positivi sia per lo Stato che per i cittadini giapponesi.