Giocare ai videogiochi da piccoli migliora le abilità cognitive quando si è adulti
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Una serie di studi condotti dalla Universitat Oberta de Catalunya (UOC) e pubblicati nel giornale Frontiers in Human Neuroscience ha dimostrato che giocare ai videogiochi comporta cambiamenti strutturali nel cervello come l’aumento delle dimensioni di alcune regioni e l’attivazione di abilità visuo-spaziali e di aree responsabili dell’attenzione.
Lo studio-tesi di dottorato del ricercatore Marc Palaus ha coinvolto 27 persone d’età tra i 18 e i 40 anni, con e senza esperienze nel mondo videoludico, i quali per un mese hanno partecipato a dieci sessioni di stimolazione magnetica transcranica – tecnica non invasiva di stimolazione usata per trattare anche disturbi come depressione, allucinazioni e Parkinson – e giocato a Super Mario 64. Tutti i dati pre, durante e post sperimentazione e gioco sono stati raccolti per capire se e come la SMT e i videogiochi impattino sul cervello umano.
I risultati mostrano, innanzitutto, che la stimolazione magnetica transcranica non ha un ruolo importante nel miglioramento delle performance cognitive. I videogiochi, invece, hanno avuto un impatto molto interessante: coloro che non hanno mai (o quasi mai) giocato da giovani non hanno mostrato particolari migliorie nelle abilità cognitive come processare oggetti 3D, memorizzare dettagli e altro ancora; mentre coloro che da piccoli si sono divertiti con i videogiochi per tanto tempo hanno mostrato di essere molto più in grado di manipolare velocemente le informazioni, e decisamente più abili nel comprendere come muoversi in ambienti nuovi e capire quali percorsi fossero i più veloci, per poi memorizzarli.
Secondo Palaus l’aver utilizzato un gioco come Super Mario 64, ovvero un platformer 3D, ha permesso di analizzare ancora meglio l’impatto dei videogiochi nella mente umana: “Il fatto che i livelli diventino sempre più difficili rende il gioco una sfida continua, dunque più attraente e complesso da completare, stimolando il cervello e richiedendo al giocatore più attenzione e un maggior utilizzo delle risorse del cervello. Per questo i videogiochi sarebbero particolarmente utili per rafforzare le nostre abilità cognitive”.
Allo stesso modo, però, ha precisato che tali migliorie hanno un effetto limitato in tante altre attività esterne ai videogiochi.
Intanto, altri ricercatori interessati alla correlazione tra mondo tech e cervello hanno studiato l'impatto dei feedback negativi online sul benessere degli adolescenti, o ancora il tipo di legame creato da chiamate e messaggi tra individui.
FONTE: Medicalxpress
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