Gli scienziati cercano altre dimensioni dell'universo nelle onde gravitazionali

Gli scienziati cercano altre dimensioni dell'universo nelle onde gravitazionali
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L'evento astronomico più rilevante dello scorso anno è senza ombra di dubbio la collisione di due stelle di neutroni, e il rilevamento del suddetto scontro non solo tramite le onde elettromagnetiche (onde radio, infrarosso, luce, raggi-X e raggi gamma) ma anche grazie alle onde gravitazionali, che distorcono lo spazio-tempo.

Un gruppo di scienziati della University of Chicago ha studiato l'evento analizzando i risultati del rilevamento delle onde gravitazionali, cercando degli indizi che potessero suggerire la presenza di altre dimensioni dello spazio nell'universo oltre a quelle già note. Purtroppo la ricerca pubblicata sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics ha mostrato un esito negativo: le onde gravitazionali create nell'impatto delle due stelle di neutroni non hanno mostrato alcun segno di dimensioni spaziali extra.

Esistono molte teorie riguardanti l'esistenza di altre dimensioni dello spazio oltre alle 3 già note ed alcune spiegherebbero la materia oscura e l'energia oscura. La materia oscura è la materia che sappiamo esistere nell'universo ma che non riusciamo a rilevare a livello elettromagnetico, ovvero non è osservabile tramite gli attuali telescopi. Ne vediamo gli effetti misurando lo spostamento delle galassie, dove la loro presenza influenza la massa totale degli oggetti, ma ad oggi è invisibile. L'energia oscura è invece associata all'accelerazione dell'espansione dell'universo, anch'essa non spiegabile. L'aggettivo "oscuro" (dark in inglese) indica solamente che sono sconosciute.

Secondo Maya Fishbach, co-autore dell'articolo, le onde gravitazionali generate dalla collisione delle due stelle di neutroni avrebbero dovuto disperdersi in parte in altre dimensioni spaziali sconosciute, dopo aver percorso il lungo tragitto fino al nostro pianeta. Invece la misurazione non ha mostrato alcuna perdita di energia, che invece si è allineata alle predizioni matematiche.

Il prof. Daniel Holz che ha lavorato alla teoria ha però ricordato che "ad oggi esistono molte teorie che non potevano essere testate. La misurazione delle onde gravitazionali cambierà completamente il modo in cui le persone svolgono le proprie ricerche in astronomia". I ricercatori continueranno a monitorare le onde gravitazionali per scovare altre sorprese.