
Global Privacy Control è l'iniziativa per garantire agli utenti il controllo sui loro dati
La tutela della privacy sta diventando un problema sempre più importante non solo per gli utenti ma anche per molte aziende tecnologiche e editori, i quali si sarebbero uniti per avviare la nuova iniziativa Global Privacy Control (GPC) volta a garantire ai “cittadini dell’Internet” un maggiore controllo sui dati caricati e diffusi online.
Questa iniziativa è sostenuta e gestita da un gruppo eterogeneo di aziende, scuole e individui, tra cui il Washington Post, la Mozilla Foundation e vari professori della Georgetown Law School; attualmente è ancora agli inizi e ha appena lanciato il sito Internet ufficiale, dunque per vedere i frutti del loro lavoro servirà ancora parecchio tempo. Nonostante ciò, l’obiettivo di GPC è già stato reso noto e ricorda vagamente una vecchia conoscenza chiamata Do Not Track.
Ideata circa un decennio fa da diverse entità del mondo Tech e legislatori in campo privacy come feature per i browser Web, Do Not Track doveva costringere i vari siti a interrompere il monitoraggio delle attività online degli utenti per tutelare la loro privacy. La funzionalità è stata implementata in vari browser, ma in seguito i proprietari di siti web l’hanno completamente ignorata poiché mancavano leggi e provvedimenti a obbligarne l’utilizzo.
Ora però i tempi sono cambiati e questo nuovo progetto potrebbe diventare un vero e proprio standard per tutelare gli utenti e proteggere adeguatamente i loro dati sensibili. Global Privacy Control, infatti, intende modificare Do Not Track per garantire al cittadino la possibilità di scegliere tra molte più opzioni, evitando magari di utilizzare Google Chrome e Microsoft Edge per passare a Mozilla o altri browser che appoggiano tale iniziativa e offrono misure migliori; o ancora, potrebbe arrivare su ogni browser come componente aggiuntiva.
Attualmente i membri di GPC stanno lavorando per fare sempre più pressione sugli stati per promulgare una legislazione simile al California Consumer Privacy Act (CCPA) per conferisce agli utenti californiani il diritto di richiedere che i loro dati non vengano utilizzati in nessun sito e in nessuna piattaforma a meno che non venga dato il permesso ufficiale, in maniera simile ad alcuni paesi europei. Servirà però in tutto il mondo un ampio supporto dalla comunità tecnologica per attuare provvedimenti come il CCPA. Se desiderate maggiori informazioni riguardo questa iniziativa vi basterà visitare il sito ufficiale di Global Privacy Control.
Ad agosto si è parlato molto di sicurezza informatica e privacy, non solo perché 235 milioni di account Instagram, YouTube e TikTok sono stati esposti, ma anche perché sono state scoperte 500 app statunitensi usate per tracciare i cittadini.
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