Google Maps usato in alcuni casi dalla Polizia, ma l'errore è frequente

Google Maps usato in alcuni casi dalla Polizia, ma l'errore è frequente
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Secondo un nuovo studio pubblicato nel fine settimana dal New York Times, le forze di Polizia si starebbero affidando alla cronologia di Google Maps per ottenere informazioni più affidabili sui sospetti e risolvere i casi.

Il popolare quotidiano cita un caso avvenuto a Phoenix, dove l'applicazione di cartografia più utilizzata al mondo è stata utilizzata dagli inquirenti.

Google spesso si è rivelata riluttante nel consegnare in Tribunale o ai poliziotti le informazioni in proprio possesso, per evitare di perdere la fiducia negli utenti. Il database contenente tutte le informazioni sugli spostamenti, noto come Sensorvault, però aiuta la compagnia a mostrare annunci pubblicitari in base alla posizione.

Tale database è stato citato in alcuni mandati della Polizia noti come warrant geofence. Le forze dell'ordine infatti possono richiedere la posizione di un sospetto nell'ora in cui si è consumato un crimine, per verificare gli alibi forniti dai sospetti.

La società di Mountain View a questo punto potrebbe fornire una serie di token di un determinato account per consentire alla Polizia di avere l'accesso ai dati registrati da Maps. Il caso descritto dal Time mostra come questo sistema sia tutt'altro che infallibile: un uomo ha prestato la sua auto ad una persona che ha commesso un crimine, ed è stato talmente sfortunato da trovarsi nelle vicinanze della propria vettura mentre questo veniva consumato. Il tutto ovviamente ha portato all'arresto immediato e ad una settimana di prigione, ma l'uomo non aveva fatto assolutamente nulla.

"Gli investigatori avevano anche altre prove circostanziali, incluso il video di sicurezza di qualcuno che sparava con una pistola da una Honda Civic bianca, lo stesso modello posseduto dal signor Molina, ma chiaramente non sono stati in grado di vedere la targa o l'aggressore. Dopo aver passato quasi una settimana in prigione, il sospettato è stato rilasciato in quanto alcune prove l'hanno scagionato. Il mese scorso, la Polizia ha arrestato un altro uomo (l'ex fidanzato di sua madre, che a volte aveva utilizzato l'auto di Molina)" si legge nel rapporto pubblicato dal Times, che mostra come il sistema sia in grado di trarre in inganno gli investigatori.