Google ha modificato gli algoritmi per limitare la diffusione di contenuti per adulti

Google ha modificato gli algoritmi per limitare la diffusione di contenuti per adulti
di

Google è sicuramente uno dei più potenti e affermati motori di ricerca che ci sono in circolazione. Tuttavia, non è esente da errori e a volte restituisce risultati di ricerca sbagliati. Grazie ad una campagna nata su Twitter e portata avanti da un sito di news francese, a Mountain View hanno deciso di riprogrammare gli algoritmi di ricerca.

A giungo infatti il sito Numerana aveva scoperto che il banner “Pride Month” non compariva nelle ricerche correlate alla parola francese “lesbienne”. Inoltre, i giornalisti avevano segnalato che i primi risultati mostrati erano spesso collegati a contenuti per adulti piuttosto che a siti di carattere educativo e informativo. Lo stesso tipo di dinamica era invece risparmiata ai corrispettivi francesi di “transgender” o “queer”.

Il vicepresidente di Google, Pandu Nayak, intervenuto sul caso aveva commentato: “Trovo che questi risultati siano terribili” e continuava “Siamo consapevoli che esistono problemi come questo, anche con altre lingue e con differenti ricerche. Abbiamo sviluppato algoritmi per migliorare queste ricerche, una dopo l’altra”.

Un portavoce di Google, intervistato da Gizmodo, ha detto che la società “ha sviluppato una soluzione algoritmica per fornire risultati di alta qualità non solo per quella richiesta, ma anche per intere classi di richieste”. Ha poi continuato dicendo che i 3.200 cambiamenti apportati nell’ultimo anno dai tecnici sono serviti ad affrontare problemi come questo.

Il portavoce ha anche sottolineato che altre parole apparentemente innocenti avevano restituito risultati espliciti: “Lavoriamo sodo per evitare che appaiano contenuti potenzialmente scioccanti e offensivi nelle ricerche di utenti che non li cercano in maniera specifica”.

Questo problema ha afflitto il motore di ricerca per anni: è successo, per esempio, che ricerche sull’olocausto o sui cambiamenti climatici abbiano fornito risultati relativi a notizie discutibili e addirittura false.

In un mondo governato dagli algoritmi, in cui le persone sono “always online”, il miglioramento delle tecnologie di ricerca non è solo necessario ma anche dovuto, sia come esercizio di supporto alla verità ma anche come tutela delle comunità più vulnerabili. Confidiamo che il lavoro di Google continui a migliorare la qualità del servizio.