Google multata dall'antitrust turco per aver abusato della posizione di mercato

Google multata dall'antitrust turco per aver abusato della posizione di mercato
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Google continua a essere presa di mira dagli organi antitrust nazionali globali dopo l’avvio della causa da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: questa volta è stata la Turkish Competition Board, autorità garante della concorrenza e del mercato, ad aver multato Big G per 196,7 milioni di lire o circa 26 milioni di dollari.

L’annuncio sarebbe arrivato ieri e ripreso anche dall’agenzia di stampa Reuters, la quale ha ripreso anche la dichiarazione ufficiale in cui si afferma che il colosso di Mountain View avrebbe violato le norme sulla concorrenza leale nel mercato pubblicitario, abusando del proprio dominio sul mercato. La multa sarebbe l’esito di un’indagine antitrust avviata ancora a gennaio 2019, ritenuta necessaria per valutare se l’algoritmo di ricerca di Google e quello del servizio di pubblicità mirata violassero la legge turca sulla concorrenza; a febbraio 2020, poi, la stessa Turkish Competition Board ha multato l’azienda statunitense per 98 milioni di lire turche per “strategia competitiva aggressiva”.

Ma questa è l’unica causa antitrust che ora ha una conclusione: oltre al caso del DOJ statunitense, infatti, Google ne sta affrontando una in India avviata dalla Competition Commission of India (CCI) sempre per presunto abuso di posizione dominante e commissioni elevate per gli sviluppatori Android con applicazioni nel Google Play Store; ma anche una nel nostro caro Belpaese, avviata dall’AGCM a fine ottobre ancora una volta per presunto abuso di posizione dominante e violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

L’unico Stato che attualmente non ha ancora avviato una causa antitrust ai danni del gigante californiano, nonostante abbia già reso note le sue intenzioni, è la Corea del Sud: sempre a fine ottobre, infatti, la Korea Fair Trade Commission (KFTC) ha dichiarato che Google limiterebbe la concorrenza nel mercato delle applicazioni mobili e in quello dei sistemi operativi. Attualmente, però, si starebbe riservando del tempo per valutare se intentare una causa e multare l’azienda, oppure ordinare misure correttive.