Guardate che assurde creature hanno scoperto nelle profondità degli oceani

Guardate che assurde creature hanno scoperto nelle profondità degli oceani
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Sopravvivere alle estreme condizioni delle profondità marine è sicuramente un'impresa, ma lo è anche rimanere impassibili alla vista di quelle strane creature che sono riuscite in una tale sfida. Pesci pipistrello ed anguille orbe sono solo alcuni degli esseri scoperti da una missione di ricerca australiana. Scopriamole insieme.

La nave scientifica gestita dal "Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation" (CSIRO), l'agenzia scientifica nazionale australiana, ha infatti mappato dettagliatamente, e per la prima volta, un'ampia area nell'Oceano Indiano, al largo del remoto "Cocos Islands Marine Park" in Australia, raccogliendo campioni ad una profondità di quasi 5000 metri sotto la superficie.

Durante il viaggio, durato 35 giorni e conclusosi il 3 novembre, la nave ha coperto quasi 12 mila km di distanza, scattando immagini di diverse creature mai viste prima. Tra questi sconosciuti esemplari, molto particolare è stata la scoperta di un'anguilla completamente cieca e dalla pelle trasparente e gelatinosa.

Il dott. Tim O'Hara, capo scienziato della spedizione, ha affermato: "Abbiamo trovato antiche montagne marine davvero enormi, con canyon formati da valanghe di sabbia ed un numero incredibile di specie potenzialmente nuove che vivono in questo remoto parco marino".

Nelson Kuna, geometra idrografico del CSIRO, ha spiegato che, prima di questo viaggio, era stata eseguita pochissima mappatura ad alta risoluzione della zona, ed ha aggiunto: "È davvero un onore vedere, per la prima volta, queste straordinarie caratteristiche rivelate dal profondo".

L'importante ricerca oceanografica è frutto di una collaborazione tra il Museums Victoria Research Institute ed il CSIRO, oltre al contributo del Bush Blitz (un programma di scoperta delle specie), del Parks Australia, dell'Australian Museum Research Institute e del Western Australian Museum.

Il dott. Jason Mundy, del Parks Australia (che tutela le aree naturali e del patrimonio aborigeno australiano), ha affermato che il viaggio è stato di un valore scientifico considerevole poiché ha permesso di comprendere meglio gli habitat e le specie uniche presenti in quelle acque remote.

Non resta quindi che "ammirare" le particolari creature scoperte, di cui abbiamo riportato un paio di esempi. Se siete curiosi di approfondire la ricerca vi rimandiamo al sito ufficiale della missione esplorativa.

D'altronde, il fondale marino è pieno zeppo di vita ancora da scoprire, che forse verrà rivelata grazie ad un progetto che mira a sondare tutti i fondali entro il 2030.

Crediti d'immagine: Museums Victoria

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