Ora gli hacker possono rubare le password tramite il suono della tastiera

Ora gli hacker possono rubare le password tramite il suono della tastiera
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Un nuovo studio ha rivelato che alcuni hacker sarebbero in grado di rubare e scoprire le password degli utenti semplicemente decifrando il suono dei tasti premuti. La nuova tecnica sarebbe usata dei criminali che si affidano agli smartphone per registrare i suoni della tastiera delle vittime.

Nel test i ricercatori sono stati in grado di rilevare ciò che veniva digitato con notevole precisione, il tutto usando solo uno smartphone. La tecnica potrebbe rappresentare una grave minaccia per le persone che usano i computer portatili in luoghi pubblici come bar, biblioteche e trasporti pubblici.

Gli esperti di sicurezza informatica della Southern Methodist University del Texas hanno scoperto che le onde sonore prodotte quando digitiamo sulla tastiera di un computer possono essere rilevate con successo da uno smartphone.

I segnali acustici intercettati dal telefono possono quindi essere elaborati, consentendo ad un hacker esperto di decifrare quali tasti sono stati premuti e cosa si stava digitando.

I ricercatori sono anche stati in grado di decodificare gran parte di ciò che veniva digitato utilizzando tastiere e smartphone comuni, anche in sale conferenze rumorose dove altre persone stavano scrivendo e parlando.

Il co-autore dello studio, il professor Eric Larson, ha dichiarato che "siamo riusciti a capire cosa scrivono le persone con un tasso di precisione del 41%. E possiamo estendere il dato se guardiamo solo le prime dieci parole. In base a ciò che abbiamo scoperto, riteniamo che i produttori di smartphone debbano mettersi al lavoro per migliorare la privacy ed evitare l'accesso ai sensori e microfoni".

La simulazione è stata effettuata in una situazione di vita reale in cui sono stati posizionati diversi PC e persone in una sala conferenza, accompagnati da otto smartphone tenuti a distanza dai computer. Il sistema si è rivelato particolarmente preciso, soprattutto se si conta che ai partecipanti è stato chiesto di scrivere frasi in totale libertà.

"Un'intercettazione di questo tipo potrebbe essere potenzialmente pericolosa in quanto non c'è modo di sapere quando è attiva o meno" ha concluso il professor Larson.