Hans, il cavallo "super intelligente": poteva comunicare e fare operazioni matematiche

Hans, il cavallo 'super intelligente': poteva comunicare e fare operazioni matematiche
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Gli animali sono senza alcun dubbio creature intelligenti con notevoli capacità intellettive (a volte anche superiori del previsto). Tuttavia, affermare che siano capaci di parlare il tedesco, riconoscere i pittori e fare calcoli complessi ci sembra alquanto esagerato. Questa è la storia del cavallo Hans e del suo padrone Wilhelm von Osten.

Secondo quanto si racconta, nel 1900 von Osten - che era un'insegnante di matematica - decise di addestrare un cavallo per farlo diventare un "genio". Dopo quattro anni di duro lavoro, alla fine dell'addestramento, il cavallo rispondeva alle domande del suo allenatore utilizzando colpi di zoccoli e riusciva perfino a fare operazioni aritmetiche.

Il cavallo, inoltre, poteva apparentemente scrivere i nomi delle persone e comunicare con frasi complete battendo i suoi zoccoli (un colpo di zoccolo equivaleva alla lettera A, due alla lettera B e così via). Inutile dire che Hans diventò rapidamente una star e, oltre ad attirare l'attenzione del grande pubblico (la sua fama arrivò perfino negli USA), iniziò anche ad attirare l'attenzione di scienziati e biologi.

Il primo a testare le abilità del cavallo Hans fu il consiglio di istruzione tedesco nel 1904, istituendo addirittura una commissione. Nel corso di un anno e mezzo von Osten venne separato dalla sua creatura per cercare di escludere qualsiasi inganno. Nonostante ciò, il cavallo continuò ad essere in grado di eseguire le richieste dei suoi interlocutori, rispondendo correttamente quasi tutte le volte.

La commissione concluse che l'esperimento condotto da von Hosten con Hans era esente da trucchi. La storia, però, non è finita qui: per risolvere la questione gli esperti della commissione decisero di chiamare lo psicologo e biologo Oskar Pfungst, che sviluppò degli esperimenti ad hoc per testare l'intelligenza del cavallo.

Attraverso una serie di test, Pfungst capì che il cavallo non rispondeva correttamente quando le persone erano fuori del suo campo visivo e quando la persona che poneva la domanda non conosceva la risposta. Hans non era sicuramente un "cavallo genio", ma semplicemente un cavallo molto furbo: l'equino capiva "semplicemente" i segnali del viso e la postura di coloro che conoscevano le risposte.

Quando il cavallo batteva gli zoccoli per terra e si avvicinava alla risposta esatta, molte volte il pubblico - anche senza accorgersene - reagiva in modo differente dal solito, molto probabilmente con facce sorprese. É proprio in questi momenti che il cavallo riceveva l'indizio di smettere di battere gli zoccoli, così da ricevere la sua zolletta di zucchero.

Insomma, alla fine l'inghippo venne svelato e la fama di Hans prevedibilmente diminuì giorno dopo giorno.