Honor, grane in vista: ritorna l'incubo della blacklist americana?

Honor, grane in vista: ritorna l'incubo della blacklist americana?
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Honor ha da poco festeggiato l'ingresso nella top 5 cinese dei migliori produttori di smartphone in termini di vendite a discapito proprio di Huawei, azienda dalla quale si è slegata in seguito al ban di Trump.

I due brand si sono separati infatti proprio per proteggere Honor dalle limitazioni che hanno colpito la casa madre, in modo da consentirle di tornare a siglare accordi commerciali con aziende come Qualcomm e Google per la fornitura, rispettivamente, di chip e servizi.

Ebbene, questa intera strategia potrebbe presto dimostrarsi totalmente vana, almeno secondo quanto rivelato da un nuovo rapporto del South China Morning Post.

Il giornale asiatico ha infatti suggerito che un gruppo di politici repubblicani, guidati da Micheal McCaul, attualmente membro della commissione per gli affari esteri, starebbe facendo importanti pressioni per inserire Honor nella blacklist dell'ex Presidente degli Stati Uniti, attualmente ancora in vigore.

Le motivazioni sono pressoché le stesse che hanno determinato ormai due anni fa l'inserimento di Huawei nella lista, ovvero il timore che anche Honor possa rappresentare una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti.

Ricordiamo che Honor è stata ufficialmente venduta, dunque si tratta di un brand totalmente separato e indipendente e che opera sul mercato senza alcun tipo di influenza da parte di Huawei. Una notizia che potrebbe avere pesanti risvolti sulla compagnia, attualmente impegnata nei preparativi del grande lancio del 12 agosto.