Huawei cerca di convincere gli sviluppatori italiani: 85% dei ricavi per App Gallery

Huawei cerca di convincere gli sviluppatori italiani: 85% dei ricavi per App Gallery
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La questione del ban di Huawei dagli USA sta ormai tenendo banco da molti mesi e sembra proprio che l'azienda cinese stia "finendo la pazienza". D'altronde, l'amministrazione Trump sta tergiversando sempre di più e Huawei non può rimanere ancora per molto in questo "limbo".

L'azienda cinese in realtà dispone già di un suo negozio virtuale alternativo al Play Store di Google: App Gallery. Il problema di quest'ultimo? La mancanza di applicazioni. Se disponete di uno smartphone Huawei, provate ad aprire l'applicazione: molti software che la maggior parte dell'utenza utilizza quotidianamente non ci sono, come vi abbiamo spiegato nella nostra prova di Mate 30 Pro.

Per chi non lo sapesse, ricordiamo che Huawei non potrà più utilizzare il Play Store sui suoi dispositivi in arrivo sul mercato in futuro per via del ban voluto dal Governo USA (chiaramente a meno di ulteriori proroghe o di cambi di rotta da parte di Trump).

Per questo motivo, come riportato dal Sole 24 Ore, la società cinese si sta mettendo al lavoro per cercare di convincere gli sviluppatori italiani (e ovviamente anche di tutte le altre nazionalità) a portare le loro applicazioni su App Gallery, lo store digitale che si trova già preinstallato sugli smartphone di Huawei. Il 26 novembre 2019 l'azienda cinese terrà quindi un evento dedicato agli sviluppatori nostrani in quel di Milano.

"(Parlando di App Gallery, ndr) Gli utenti attivi sullo store nel mondo oggi sono 390 milioni e crescono in fretta perché fino a pochi mesi fa erano 260 milioni. [...] (Durante l'evento milanese, ndr) Illustreremo i 24 developer kit che saranno scaricabili durante l'anno. Ci saranno circa 300 sviluppatori italiani e molti altri online. [...] Il modello di business, per il primo anno, prevede una spartizione dei ricavi dell'85% agli sviluppatori e 15% all'azienda", ha dichiarato Isabella Lazzini, Retail & Marketing Director di Huawei, ai microfoni del Sole 24 Ore.

Insomma, l'azienda cinese, ben conscia dell'importanza delle applicazioni, sta cercando di convincere gli sviluppatori ad entrare in App Gallery mettendo in campo compensi mediamente più elevati rispetto a quelli della concorrenza (Play Store e App Store).

Tutto fa quindi pensare che Huawei si stia preparando ad andare avanti da sola, svincolandosi totalmente dalle aziende americane. D'altronde, HarmonyOS era già un deciso passo in avanti verso questa direzione e le recenti dichiarazioni del CEO dell'azienda cinese non fanno che confermarlo.

Tuttavia, per mettere in atto questi cambiamenti ci vorrà ancora un po' di tempo. Cosa succederà quindi nell'immediato futuro? Ebbene, al momento la situazione è ancora molto confusa: alcune fonti parlano di una possibile proroga di 6 mesi, ma si vocifera che in realtà gli USA potrebbero dare solamente altre due settimane a Huawei. La precedente proroga scadrà il 18 novembre 2019, quindi probabilmente nelle prossime ore ne sapremo di più. Staremo a vedere.

Huawei cerca di convincere gli sviluppatori italiani: 85% dei ricavi per App Gallery