Huawei, il fondatore nega le accuse di spionaggio e loda Donald Trump

Huawei, il fondatore nega le accuse di spionaggio e loda Donald Trump
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Ren Zhengfei, il miliardario fondatore del gruppo cinese Huawei, ha rotto il silenzio che durava da circa quattro anni per discutere del difficile momento che sta attraversando la sua compagnia, al centro delle accuse di spionaggio per conto del governo cinese.

Accuse che sono state fermamente allontanate dal dirigente, il quale parlando con i giornalisti stranieri a Shenzhen, ha affermato che "amo il mio paese e sostengo il Partito Comunista. Ma non farò nulla per danneggiare il mondo. Non vedo alcun legame stretto tra le mie convinzioni politiche personali e le attività di Huawei".

Dichiarazioni nette, che sanno anche di risposta nei confronti della comunità internazionale che negli ultimi mesi si è duramente scagliata contro Huawei, sebbene le accuse non siano mai state verificate e sostenute da documenti ufficiali. Proprio la scorsa settimana un dipendente è stato arrestato in Polonia con l'accusa di aver effettuato attività di spionaggio per conto del governo cinese, mentre lo scorso mese la CFO Meng Wanzhou è stata arrestata in Canada ed ora sta affrontando un processo di estradizione.

Ren ha anche affermato che attende di vedere le decisioni di Trump nel caso che vede protagonista la figlia, ed ha minimizzato l'importanza di Huawei nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Nonostante le posizioni controverse del numero uno della Casa Bianca, il miliardario ha lodato il suo operato: "Trump è un grande presidente. Ha avuto il coraggio di tagliare in maniera massiccia le tasse, di cui beneficeranno le imprese. Ma devi trattare bene le società ed i paesi in modo che siano disposti ad investire negli Stati Uniti, per permettere al Governo di aumentare le entrate fiscali" ha affermato.