Hubble ci mostra i terribili segni di questa galassia "morente": ecco quali sono
Nell'Universo tutto ha una fine: dai più piccoli atomi ai più grandi cluster di galassie, prima o poi ogni cosa si disgrega e si "trasforma". A fine 2020 il Telescopio spaziale Hubble ha acquisito una nuovo foto di questa galassia morente molto lontana, evidenziandone il suo lento "svanire".
Sebbene anche le galassie possano morire, il processo richiede moltissimo tempo. La galassia protagonista dello scatto di Hubble è quella che noi conosciamo come NGC 1947, scoperta oltre 200 anni fa da James Dunlop, un astronomo scozzese che studiò a lungo il cielo dell'emisfero meridionale.
Una galassia è definita "morente" quando si presuppone che al suo interno non ci sia più formazione di nuove stelle da almeno un miliardo di anni, e NGC 1947 è una di queste. Il suo lento declino può essere visto anche a 45.4 milioni di anni di luce di distanza, grazie al potente Hubble in orbita intorno alla Terra.
I segni evidenti della sua morte sono quelle striature di polvere e gas, ancora visibili solo grazie alla "retroilluminazione" proveniente dal nucleo galattico. Quando era in attività, probabilmente decine di miliardi di anni fa, NGC 1974 possedeva dei bracci a spirale come la nostra Via Lattea o come Andromeda, ma con il tempo si son sempre più rarefatti, come "vaporizzati", e ad oggi ne rimangono solo quei deboli filamenti, che nella foto sembrano puntare verso l'osservatore.
Questa trasformazione nel corso delle ere ha reso NGC 1974 quella che attualmente viene classificata come una "galassia lenticolare". Potete osservare l'immagine nella sua interezza o dal link ESA ufficiale oppure aprendo quella che trovate in calce alla news.
Si pensa che in passato anche la Via Lattea "sia morta" per un po' di tempo, per poi venire riaccesa circa 5 miliardi di anni fa da fenomeni ancora non ben identificati. Probabilmente la fusione con qualche enorme nube interstellare, o con una galassia minore, potrebbe aver riacceso la "fucina galattica". Questa teoria potrebbe spiegare anche perché nella nostra galassia la popolazione delle stelle è così variegata e diversificata rispetto ad altre simile che abbiamo studiato.
FONTE: Sciencealert
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