IBM e Fujifilm hanno creato cartucce a nastro magnetico da 580 terabyte
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Si continuano a raggiungere record su record nel mondo della tecnologia, con dispositivi e componenti hardware sempre più potenti e innovativi: dopo la presentazione di Cerebras CS-1, sistema con chip da 54 centimetri quadrati e oltre 350.000 core, ora IBM e Fujifilm hanno creato un nuovo nastro magnetico da 580 terabyte di archiviazione.
Per chi non lo sapesse, le cartucce a nastro magnetico sono un mezzo di backup dei dati memorizzati specialmente su cloud utilizzato e preferito da molte aziende in tutto il mondo; secondo IBM, sebbene sia una tecnologia vecchia di 60 anni circa, essa dovrebbe rimanere la prediletta da compagnie ed esperti ancora per i decenni a venire a causa della capacità di gestire quantità veramente enormi di dati.
Alla luce di tale pensiero, IBM e Fujifilm hanno collaborato intensamente per stabilire un nuovo record mondiale per l’archiviazione di dati su nastro magnetico: l’ultimo loro prodotto è infatti un prototipo particolato in ferrite di stronzio in grado di raggiungere una capacità di archiviazione pari a 317 gigabyte per pollice quadrato, ovvero circa 49 gigabyte per centimetro quadrato.
Questa capacità è 27 volte superiore alla densità delle attuali unità a nastro magnetico utilizzate dalle aziende, permettendo così la creazione di una singola cartuccia in grado di memorizzare fino a 580 terabyte di dati. Per fornire agli utenti un riferimento più “pratico”, IBM ha spiegato che tale capacità equivale a 786.977 Compact Disk impilati, per circa 944 metri di altezza.
La differenza sostanziale tra il prototipo in questione e la tecnologia attualmente utilizzata consiste nelle particelle presenti nei supporti di memorizzazione: il modello nuovo, infatti, è costituito da particelle di ferrite di stronzio create da Fujifilm appositamente, mentre quello “vecchio” utilizza particelle di ferrite di bario da una minore densità di archiviazione.
Non mancano però altre tecnologie implementate nel nuovo nastro, tra cui una testina a basso attrito che consente l’uso di supporti molto lisci; un nuovo rilevatore per migliorare il rilevamento dei dati suoi nuovi supporti, e infine una nuova serie di servocontrollori che aiutano a mantenere la posizione precisa delle testine di lettura/scrittura rispetto al nastro, utilizzando l'attuatore della testina con una precisione pari a 3,2 nanometri. Insomma, un risultato veramente impressionante e che potrebbe rivelarsi estremamente utile in futuro.
Intanto anche in Cina si pensa ad altri traguardi degni di nota: il computer quantistico fotonico Jiuzhang avrebbe infatti raggiunto la supremazia quantistica.
FONTE: IBM
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