È stato ideato un trattamento promettente per l'apnea notturna

È stato ideato un trattamento promettente per l'apnea notturna
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Non basterebbe un mese per conoscere tutte le meraviglie del corpo umano. Spesso però, per un motivo o per un altro, questi si ingegna anche per manifestare “superpoteri negativi” e questo è proprio il caso dell’apnea notturna, una condizione in cui si smette di respirare mentre dormiamo.

L'apnea ostruttiva del sonno può essere una malattia debilitante, causando una scarsa qualità del sonno durante la notte e sonnolenza durante il giorno, ha spiegato il dottor Thomas Altree, un medico del sonno del Flinders Health and Medical Research Institute: Sleep Health. Colpisce milioni di persone... e provoca gravi conseguenze sulla salute e sulla produttività”.

Sbalzi d’umore, mal di testa, infarti e ictus fatali, sono solo alcune di quelle “gravi conseguenze” a cui fa riferimento Altree. Potete ben immaginare quanto sia importante il giusto trattamento di questa condizione apparentemente innocua e passeggera. Tuttavia, grazie ad uno studio del suddetto esperto, potrebbe aprirsi una nuova strada per le terapie farmacologiche.

Ricerche recenti hanno scoperto che una combinazione dei medicinali reboxetina e ossibutinina, entrambi precedentemente utilizzati per condizioni non correlate, potrebbe essere un trattamento efficace per l'apnea ostruttiva del sonno", ha affermato Altree.

Sembra, però, esserci qualcosa che non va: l’ossibutinina è un farmaco antimuscarinico, impiegato per trattare condizioni di iperattività della vescica. Quindi, sì, i pazienti registravano una riduzione degli eventi di apnea notturna, ma al contempo, manifestavano sintomi indesiderati, come l’incapacità di urinare oppure di non riuscire ad avere rapporti sessuali.

Grazie al gruppo di esperti coordinati da Altree, la ricetta della terapia è stata modificata: “Volevamo vedere se la reboxetina da sola potesse essere efficace e valutare esattamente come cambia la respirazione durante il sonno”. I test per l’applicazione di questa nuova formula sono stati applicati a 16 pazienti affetti da apnea ostruttiva del sonno.

Si scopre che la sola reboxetina può ridurre significativamente la gravità della condizione, denotando anche un miglioramento dei livelli di ossigeno, risultato che non si palesava con la miscela che concepiva il suddetto farmaco unito alla ossibutinina. L’impiego della reboxetina, utilizzata un tempo come antidepressivo, per la cura dell’apnea notturna inaugura una nuova stagione di ricerche per il trattamento della patologia.

Per testare l’efficacia di questo nuovo farmaco, la squadra di Altree si è servita di strumenti informatici all’avanguardia, le macchine CPAP, capaci di identificare quali pazienti possono beneficiare maggiormente del farmaco. Questo aspetto è molto importante, in quanto le pause respiratorie durante il sonno sono un fenomeno le cui cause sono molteplici.