Il cacciatore di pianeti TESS scatta con quattro camere alla volta, ed ha trovato qualcosa
Il "cacciatore di pianeti" della NASA, sta fornendo dati preziosi per studiare esopianeti oltre i confini del sistema solare. Ecco la prima immagine catturata.
Una parte dei dati ottenuti dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) include una dettagliata immagine del southern sky (l'emisfero australe della volta celeste), ripresa con tutte e quattro le telecamere della sonda. Questa immagine, che è la prima prodotta da TESS, cattura una moltitudine di stelle ed altri oggetti, compresi sistemi già precedentemente noti per essere casa di alcuni esopianeti.
"In un mare di stelle traboccante di nuovi mondi, TESS sta lanciando una grande rete e sta tracciando una considerevole quantità di pianeti molto promettenti per i futuri studi", ha dichiarato Paul Hertz, direttore della divisione astrofisica presso la sede di Washington della NASA. "Questa prima immagine mostra le capacità delle telecamere di TESS e dimostra che la missione manifesterà tutto il suo incredibile potenziale nella nostra ricerca di un'altra Terra".
TESS ha acquisito l'immagine utilizzando tutte e quattro le telecamere durante un periodo di 30 minuti, martedì 7 agosto. Le linee nere nell'immagine sono spazi vuoti tra gli obiettivi della telecamera. Le immagini includono porzioni di una dozzina di costellazioni, come quella del Capricorno e del Pittore (Pictor), e sono anche visibili sia la Grande che la Piccola Nube di Magellano.
Vi consigliamo di raggiungere lo scatto in questione tramite questo link, in quanto la NASA ha reso disponibile un'immagine interattiva che permette di far comparire i nomi degli oggetti fotografati nell'inquadratura, usando semplicemente uno slider.
Il punto luminoso sopra la Piccola nube di Magellano è un ammasso globulare, ovvero un insieme sferico di centinaia di migliaia di stelle, chiamato NGC 104. Due stelle, Beta Gruis e R Doradus, sono così luminose che saturano un'intera colonna di pixel sui rilevatori della seconda e quarta telecamera di TESS, creando lunghe scie di luce.
"Questa parte dell'emisfero australe del cielo include più di una dozzina di stelle di cui sappiamo possedere pianeti in transito, in base ai precedenti studi da osservatori a terra", ha detto George Ricker, elemento principale del progetto TESS presso il Kavli Institute per l'astrofisica e ricerca spaziale, sito a Cambridge, di proprietà del Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Le telecamere di TESS, progettate e costruite dal Lincoln Laboratory del MIT a Lexington nel Massachusetts e dal MIT Kavli Institute, monitorano vaste aree del cielo alla ricerca di transiti. Cosa sono i transiti? Quando un pianeta passa davanti alla sua stella e si interpone tra essa ed un osservatore, l'osservatore registra un regolare e periodico abbassamento di luminosità della sorgente luminosa. Questo fenomeno è chiamato transito.
E' possibile poi risalire alle dimensioni geometriche dell'oggetto che ha causato tale variazione di luminosità, al tempo di rivoluzione attorno alla propria stella (calcolando dopo quanto tempo si verifica un nuovo "abbassamento" di luminosità) e dunque anche alla distanza approssimata tra il pianeta e la stella.
TESS dedicherà due anni al monitoraggio di 26 settori di questo tipo per 27 giorni ciascuno, coprendo l'85% della volta celeste. Durante il suo primo anno di funzionamento, il satellite studierà i 13 settori che compongono l'emisfero celeste Australe. Successivamente TESS si rivolgerà ai 13 settori dell'emisfero celeste Boreale per effettuare un seconda osservazione della durata di un anno. Trasmette immagini ad intervalli di 13,7 giorni, ovvero ogni volta che si trova ad orbitare il più vicino possibile alla Terra. Il Deep Space Network della NASA riceve ed inoltra i dati al Payload Operation Center del MIT per le valutazioni ed analisi iniziali. L'analisi e l'elaborazione completa dei dati avvengono all'interno del Science Processing and Operations Center presso l'Ames Research Center della NASA sito in Silicon Valley, in California, il quale fornisce immagini calibrate e curve di luce ottimizzate che gli scienziati possono analizzare per trovare promettenti candidati esopianeti.
TESS si basa sull'eredità della navicella spaziale Kepler della NASA, che utilizza anch'essa i transiti per trovare pianeti extrasolari. Tuttavia le stelle bersaglio di TESS distano dai 30 ai 300 anni luce dalla Terra e sono fino a 100 volte più luminose rispetto alle stelle puntate da Keplero, posizionate tra i 300 e 3.000 anni luce.
FONTE: Nasa.gov
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.@NASA_TESS shares its "first light" image. Features in this swath of the southern sky include the Large and Small Magellanic Clouds and a globular cluster called NGC 104: Read More @NASA: https://t.co/C3wVr5WNgI pic.twitter.com/na4ciL9DeZ
— NASA_TESS (@NASA_TESS) 17 settembre 2018
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