Il capo della divisione IA di Facebook: "basta associare le IA a Terminator"

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Yann LeCun, il capo della divisione che si occupa dello sviluppo di prodotti basati sull’intelligenza artificiale, è stato recente intervistato da The Verge, per parlare proprio del futuro delle IA, su cui ha lavorato per decenni.

Il dirigente, infatti, è una delle maggiori menti del settore, nonché uno dei co-creatori delle reti neurali convoluzionali, che si sono mostrate particolarmente abili ad analizzare i dati visivi, al punto che sono state utilizzate sia nelle automobili a guida autonome che per il riconoscimento facciale.

Essendo capo del centro di ricerca FAIR di Facebook, è ora ancora più influente. Il software sviluppato dal suo team è in grado di descrivere ai non vedenti le foto in maniera automatica, ed esegue ogni giorno 4,5 miliardi di traduzione.

Nel corso dell’intervista, pur affermando che “l’impatto è stato maggiore rispetto al previsto”, ha annunciato che l’IA ha ancora molta strada da fare prima di avvicinarsi all’intelligenza di un bambino o di un anomale.

LeCun si è scagliato anche contro la stampa generalista, che secondo lo stesso abuserebbe dei paragoni con Terminator: “molte persone, tra media ed opinione pubblica, stanno abusando dell’immagine di Terminator. Negli ultimi tempi non ho letto un articolo che non conteneva questo paragone”. La dichiarazione è arrivata dopo che il redattore aveva parlato con LeCun dell’episodio riguardante lo sviluppo della lingua proprietaria tra IA, che era stato male interpretato dalla stampa, ma che comunque per il team “è stato istruttivo, perchè ci ha permesso di capire come interpretano i media i nostri progressi, e quindi abbiamo anche capito come reagire a notizie del genere. Ho fatto un rapido post su Facebook, in cui ho affermato che si trattava di relazioni ridicole. Abbiamo quindi parlato con un gruppo di giornalisti che volevano andare a fondo in questa storia, e che quindi hanno pubblicato la relazione veritiera”.

Sul futuro dell’IA, il dirigente sostiene che “siamo ancora molto lontano dallo sviluppo di macchine realmente intelligente. Tutto ciò che stiamo vedendo sono intelligenti molto strette, che sono addestrate per scopi particolari, ma che ci servono per raccogliere un sacco di dati. Non voglio minimizzare il lavoro portato avanti dai nostri amici di DeepMind, sia chiaro, ma il fatto che AlphaGo abbia battuto il campione mondiale del gioco è solo una goccia in un oceano. Non è ancora presente una macchina in grado di battere le persone a Go, ma ci sono solo dei robot. Siamo lontani dall’avere macchine in grado di imparare le cose più elementari sul modo in cui si comportano gli esseri umani e gli animali. In termini di intelligenza generale non siamo nemmeno vicini ad un topo. Questo non vuol dire che non ci sono dei pericoli reali in termini di IA, ma non intravediamo scenari stile Terminator”.

I prossimi sviluppi? “Assistenti virtuali in grado di imparare più cose dagli utenti”.

L’intervista completa è disponibile a questo indirizzo.