Il co-fondatore di Siri è sorpreso dell'inefficienza di... Siri

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Il fondatore della compagnia dietro a Siri si è detto sorpreso dell'attuale inefficienza dell'assistente vocale che lui stesso ha creato. In particolare Norman Winarsky lamenterebbe l'assenza di feature che lui reputa prioritari. Il motivo? La strategia di Apple che, per Siri, ha scelto una direzione diversa da quella immaginata dai suoi creatori.

In origine un progetto della SRI International, poi nel 2010 l'acquisto da parte del colossi di Cupertino. Quartz ha intervistato di recente il capo del braccio entrepreneurial di SRI International, nonché co-founder della startup dedicata esclusivamente a Siri, Norman Winarsky.

Nel corso dell'interessante intervista - che trovate tutta a questo link- Winarsky, che oggi è consulente e investitore nel settore delle startup, si è prestato ad una serie di considerazioni su quella che, a tutti gli effetti, si può considerare (anche) una sua creatura. In particolare si sarebbe detto sorpreso per le attuali capacità dell'assistente vocale. "Una sorpresa che nasce dalla difficoltà di predire il futuro, quello che Bill Gates ha definito come la tendenza dell'uomo a sovrastimare i cambiamenti dei prossimi due anni e sottovalutare quelli che avverranno nell'arco dei prossimi dieci".

Per Winarsky oggi a Siri mancherebbe un elemento di sorpresa e meraviglia. E le responsabilità non starebbero solo nell'illusione di un futuro fatto di progressi tecnologici più pionieristici di quanto effettivamente avvenuto, ma anche nella scelta di Apple di seguire una strada diversa da quella immaginata dai creatori dell'assistente vocale. Siri originariamente doveva essere una sorta di concierge per i viaggi e intrattenimento: "Quando arrivi in un aeroporto e il tuo volo è stato cancellato Siri avrebbe dovuto cercare un diverso modo per arrivare a destinazione e, laddove non ce ne fossero, ti avrebbe dovuto presentare un hotel pronto per essere prenotato". Insomma, un'area di utilizzo e utilità più circoscritta di quella attuale, ma questo, stando all'imprenditore, avrebbe permesso un perfezionamento graduale e costante. Poche cose ma fatte bene e, solo a perfezionamento avvenuto, si sarebbe potuto pensare ad altri settori a cui estendere i servizi di Siri.

Sta di fatto che si è optato per un terreno più completo e complesso, e di questo il co-fondatore della startup da cui è nata Siri non è per nulla persuaso. "Vogliono raggiungere un livello di perfezione che probabilmente non possono ottenere".

Winarsky ha anche raccontato a Quartz che, quando nel 2011 fu lanciato l'iPhone 4S, non aveva la minima idea di come la tecnologia che aveva aiutato a creare sarebbe stata implementata. Tuttavia era certo che avrebbe permesso ad Apple di iniziare una nuova rivoluzione tecnologica.

Oggi Apple non è più l'unico produttore ad aver dotato i propri smartphone di un assistente vocale proprietario. Google ha il suo assistente, ma anche Microsoft con Cortana e perfino Amazon con la sua Alexa, la voce e l'intelligenza dietro alla sua popolare linea di device (non ancora disponibili in Italia) Amazon Echo. La guerra in questo settore è particolarmente combattuta ed è davvero difficile immaginare cosa il futuro degli assistenti vocali ci riserverà. Sia nel bene che nel male, del resto non sono in pochi a sollevare dubbi e perplessità rispetto a queste tecnologie che, nella maggior parte dei casi, sono anche un pretesto per ascoltare perennemente tutto ciò che succede nelle vicinanze dei device su cui sono installati.