I dipendenti di Google sono furiosi dopo lo scandalo legato a Andy Rubin

I dipendenti di Google sono furiosi dopo lo scandalo legato a Andy Rubin
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Secondo un articolo del New York Times, firmato da Daisuke Wakabayashi e Kate Conger, Google avrebbe nascosto le vere motivazioni del licenziamento di Andy Rubin - e di altri dirigenti dell'azienda - non solo pubblicando notizie false riguardo la loro uscita dall'azienda, ma anche pagando a quest'ultimo una buonuscita di 90 milioni di dollari.

Lo scandalo ormai imperversa tra tweet spinosi e dichiarazioni lampo atte a cercare di aggiustare la situazione. Secondo le ricostruzioni, tutto sarebbe partito da una relazione inappropriata tra l'ex-CEO e fondatore dell'azienda che ha creato Android e una donna sconosciuta, forzata ad intrattenere un rapporto sessuale.

I dipendenti Google però non sembrano aver gradito l'operato di Big G: sembra infatti che durante un incontro aziendale tenutosi giovedì, la domanda principale fatta dai dipendenti ai dirigenti sia stata proprio legata a questo scandalo. "Molte azioni fatte dall'azienda indicano che questa sia preoccupata più a proteggere i suoi potenti abusatori che a pensare al benessere delle loro vittime. Cosa vuole fare l'azienda di concreto e significativo per ribaltare questa immagine?".
Intanto le lamentele proseguono anche sui social: possiamo vedere in calce alla notizia il tweet di Sanette Tanaka Sloan, Interaction Designer di Google, che nonostante capisca l'importanza di supportare la propria azienda, pensa che certe azioni non vadano assolutamente tollerate.

L'attuale CEO di Google, Sundar Pichai, insieme al Vice President for People Operations Eileen Naughton, non sono rimasti con le mani in mano: una email aziendale, indirizzata ad ogni singolo dipendente, ha cercato di calmare gli animi evidenziando come Google negli ultimi due anni abbia allontanato ben 48 persone (di cui 13 dirigenti) per accuse di molestie sessuali. Ecco le parole della mail: Vogliamo assicurare Google come luogo dove potete lavorare sicuri e al meglio, dove ogni comportamento inappropriato andrà incontro a conseguenze serie.

Nel frattempo Andy Rubin non se la passa proprio bene: tra le clausole dell'accordo con Google, sembra essere presente il divieto di poter lavorare in aziende concorrenti. Naturalmente Rubin si difende a spada tratta da queste accuse, attraverso Twitter: "La ricostruzione del New York Times ha molte inesattezze riguardo il mio impegno in Google e alcune esagerazioni sul mio compenso. Non ho mai forzato nessuna donna a fare sesso con me in una stanza d'albergo. Queste dichiarazioni false fanno parte di una campagna diffamatoria messa in atto dalla mia ex moglie per screditarmi nella battaglia di divorzio e custodia che sto avendo."