Il riconoscimento facciale può aiutarci a preservare le specie in via d'estinzione

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Alcuni ricercatori hanno sviluppato un nuovo sistema di monitoraggio per tenere sotto controllo le specie di scimmie in via d'estinzione: si chiama PrimNet, e sfrutta le potenzialità del riconoscimento facciale che, unite all'impiego di un network neurale, facilitano (e rendono meno invasivo) il lavoro degli scienziati.

Nonostante le recenti critiche, che dipingono il riconoscimento facciale come una tecnologia tutt'altro che infallibile, questo nuovo sistema risulta molto meno aggressivo rispetto agli attuali device usati per tracciare gli esemplari in pericolo di estinzione. Il suo funzionamento è molto semplice: attraverso una foto scattata tramite l'apposita app, disponibile per Android, PrimNet sarà in grado di identificare l'animale ritratto nell'immagine, confrontando le sue caratteristiche fisiche con i dati custoditi nel suo database. Nel caso in cui l'identificazione risulti impossibile, il sistema proporrà comunque 5 possibili candidati.

Il team che ha dato vita a PrimNet ha anche "allenato" l'intelligenza artificiale che lo anima a riconoscere gli esemplari, usando alcune foto di riferimento: alcune caratteristiche fisiche uniche, come quelle legate alla tipologia di peluria, al colore degli occhi ed alla forma della bocca, sono state inserite manualmente una ad una nel database. Un processo necessario, dovuto al fatto che i settaggi usati da questa tecnologia, usata sino ad ora solo per riconoscere gli esseri umani, non funzionavano correttamente una volta applicati ai primati.

Stando ai suoi creatori, PrimNet vanta un'accuratezza superiore al 90% nell'individuare i singoli esemplari: una percentuale più che buona, per un sistema che non stressa o rischia di ferire gli animali.

Il riconoscimento facciale può aiutarci a preservare le specie in via d'estinzione