Iliad finisce in consiglio comunale a Riccione: interrogazione del M5S su nuove antenne

Iliad finisce in consiglio comunale a Riccione: interrogazione del M5S su nuove antenne
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Non si placano le polemiche intorno ad Iliad, a poche ore di distanza dall'attacco del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri riguardo l'assegnazione delle frequenze per il 5G. Quest'oggi l'attacco arriva da Riccione e Zadinia di Cesenatico.

L'amministrazione comunale, infatti, ha bloccato l'intervento del Movimento 5 Stelle, il quale in regione aveva presentato un'interrogazione sulle nuove antenne in arrivo nelle due località di cui vi abbiamo parlato sopra.

L'interrogazione porta la firma dei Pentastellati, Andrea Bertani e Raffaelle Sensoli, i quali alla Giunta Regionale hanno chiesto "quale sia lo stato di fatto delle antenne di Zadina di Cesenatico e Riccione, con particolare riferimento alle nuove installazioni, sia in fase di realizzazione sia in fase progettuale, e se si ritenga siano state messe in campo tutte le azioni e gli accorgimenti possibili per minimizzare gli impatti sulla salute dei residenti".

Come previsto dalla legge, è chiaramente arrivata anche la risposta dell'amministrazione di Riccione, che ha fatto presente come non si tratta di nuovi impianti o installazione, ma di una semplice riconversione delle strutture esistenti, di Wind Tre e cedute ad Iliad.

L'amministrazione di Riccione, in una nota diffusa sul web ha reso noto che "le richieste di installazione di telefonia mobile presentate dal gruppo Iliad, sottoposte a procedimento autorizzativo ordinario, sono tutte frutto di subentro ad impianti rimasti disponibili dopo la cessione, avvenuta a seguito della fusione, di Wind e H3G". E' però risultato doveroso precisare che "ogni nuova antenna di telefonia mobile è sottoposta alla valutazione di Arpae fermo restando l’assenza di antenne presso i “luoghi sensibili”. L’amministrazione non ha, e non ha intenzione, di dare autorizzazioni ad installare antenne nei “luoghi sensibili”".

Iliad, insomma, continua a dividere le amministrazioni locali, ma mette d'accordo gli utenti con le proprie tariffe.